LERIN / HYSTAD – Mount Buzhou / Amaterasu
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Gruppo: | Lerin / Hystad |
Titolo: | Mount Buzhou / Amaterasu |
Anno: | 2014 / 2015 |
Provenienza: | Svezia / Norvegia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST "MOUNT BUZHOU"
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DURATA: | 39:16 |
TRACKLIST "AMATERASU"
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DURATA: | 43:53 |
Quale che fosse il mezzo, il viaggio è sempre stato un topos centrale nella ricerca e nell'espressione artistica dell'uomo. Simon Torssel Lerin e Bettina Hvidevold Hystad — lui svedese, lei norvegese, entrambi ricercatori, entrambi artisti — hanno deciso che proprio il viaggio è il filo conduttore del loro percorso (non solo) musicale, almeno per ciò che riguarda i due primi album creati insieme. Attivi dal 2010 come duo, ma singolarmente partecipi della scena sperimentale internazionale da ormai un decennio (come chiariscono i link poco sopra), Lerin e Hystad vantano installazioni, video, sperimentazioni sonore e mostre sparse un po' per tutto il globo; "Mount Buzhou" e "Amaterasu" sono i primi due album partoriti da questo quantomai poliedrico e indefinibile duo.
La musica è variegata, incontenibile e imprevedibile: una malta post-rock su cui si innestano effetti glitch, riverberi e storpiature al limite dell'industriale, ma anche e soprattutto field recording raccolti durante i pellegrinaggi di Simon e Bettina. "Mount Buzhou" è il reportage sonoro di un viaggio del 2010 nel cuore della Cina, nella municipalità di Chongqing e a Kunming (capoluogo dello Yunnan), mentre "Amaterasu" è figlio di un viaggio del 2013 a Tokyo e Osaka. I due lavori sono profondamente diversi quanto a contenuti e atmosfere, ma il pensiero alle spalle di essi è uniforme e ben chiaro: documentare il mondo attraverso i suoi suoni.
Dalle tinte industriali della stazione di "Yangjiaping" a quelle più melodiche e raffinate della stazione di "Nippori" (con la sua coda frizzante e velata di malinconia), dal sintetizzatore giocherellone del quartiere di "Roppongi" ai millenni di storia del parco di "Daguan", i due dischi raccontano due Paesi profondamente diversi, con un registro che si adegua perfettamente a essi. Più folkloristico, intriso di tradizione e insieme di un'urbanizzazione impietosa "Mount Buzhou", più ordinato, moderno e luccicante "Amaterasu". Eppure, nell'omogeneità di ciascun lavoro, ogni traccia ha una sua personalità, racconta un diverso aspetto del Paese e della città cui è dedicata, sia un quartiere, un parco o una stazione: vite che scorrono, storie che si intrecciano, usanze che si mischiano alla sensibilità dei due autori, bravissimi nel filtrare e ri-declinare un'esperienza così ricca. Scopritene ogni attimo, ogni nota, ogni vicolo e divertitevi a dare un'immagine a ciascun brano.
Una sorpresa meravigliosa, i diari di viaggio di Simon Lerin e Bettina Hystad, appunti di cultura ed esperimenti musicali che diventano un tutt'uno in modo naturale e imprevedibile. Chissà quale sarà la loro prossima meta.