LILYUM – Altar Of Fear
I Lilyum di Kosmos Reversum (attivo anche nei Byblis) ci hanno fatto visita più e più volte in passato: li seguiamo dalle loro battute iniziali e li ritroviamo adesso con il settimo album "Altar Of Fear". La formazione che ha pubblicato l'opera vede Lord J. H. Psycho riprendere posto dietro al microfono e l'ingresso in qualità di membro ufficiale del batterista Frozen (membro di Arcanum Inferi, Krowos, Malauriu, Pestem ed ex-Valefar e Krigere Wolf).
"Altar Of Fear" è black metal nella sua essenza primordiale e novantiana, un lavoro che trasuda attitudine e passione per il genere e per quelli che ne rappresentano i dettami stilistici classici, senza scadere nella più becera riproposizione di materiale sentito e strasentito. La radice del suono è accomunabile a chi ha scritto la storia ed è stata fatta indelebilmente propria, ma l'incontro con i pezzi nella loro ruvida sincerità non mostra scimmiottamenti di nessun tipo, esprimendo con cattiveria, convinzione e carattere le ragioni della loro esistenza. Troviamo aperture melodiche aspre e sinistre, ritmiche minacciose quanto frenetiche e corazzate e una forte impronta ambientale malinconica e lugubre.
La prestazione è cruda e inesorabile, intensificata dalla natura insalubre del cantato di Lord J. H. Psycho, più teatrale e macabro rispetto al predecessore Xes (Infernal Angels). "Altar Of Fear" si districa agevolmente, sfoderando con eloquenza le sue maligne intenzioni in "Alkahest", mostrando di possedere una notevole capacità evocativa in episodi quali "To Dream Beneath Plains Of White Ash" e "Tomorrows Worth Erasing", mantenendo intatta la voglia di esplorare la componente ruvida e bestiale. Anche le tracce poste in coda ("Stain Of Salvation" e "Siege The Solar Towers") si esprimono infine su buoni livelli. Checché se ne dica, siamo dinanzi all'ennesimo album al 100% Lilyum.
"Altar Of Fear" è una manifestazione di pensiero riuscita, efficace e che, al contrario di quanto esposto dal tagliente gelo impregnato nelle sue note, divampa furiosamente, sposandosi idealmente con la raffigurazione grafica notturna e infuocata della copertina. Una prova ben al di sopra della media, che sposta ulteriormente l'ago della bilancia in favore di una formazione ormai rodata e navigata della quale vi suggerisco caldamente l'ascolto.