LILYUM – Nothing Is Mine | Aristocrazia Webzine

LILYUM – Nothing Is Mine

 
Gruppo: Lilyum
Titolo: Nothing Is Mine
Anno: 2011
Provenienza: Italia
Etichetta: Dusktone
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TRACKLIST

  1. Intro – Nothing Is Mine
  2. Altar Of Darkness
  3. Fides Belialus
  4. Slave Of Hate
  5. Hic Fuit Locus Traitor
  6. Into The Fire
  7. The Eternal Embrace Of Dark Dream
  8. I Am The Black Plague
  9. My Darkened Path
DURATA: 42:52
 

Il progetto torinese Lilyum è — e continuerà a essere — ciò che Kosmos Reversum vuole che sia, l'incarnazione del momento, delle voglie e degli ascolti che in quel preciso periodo ne contaminano l'esistenza. La parola «coerenza» è fondamentale per l'approccio musicale di questa band, che ha dimostrato in più di un'occasione di saper dar vita a opere anche profondamente diverse, basti ascoltare i due album rilasciati nel 2010 ("Fear Tension Cold" e "Crawling In The Past"), facendo comprendere che il feeling col black metal non può e non vuole essere chiuso in recinti prestabiliti.

Con "Nothing Is Mine" si è passati a un ulteriore livello di aberrazione e misantropia, si è lasciato il suolo umano per passare a quello gelido e infernale della meccanica alienazione. Le chitarre di K. proseguono nella ricerca del riff perfetto e stavolta il terreno si avvicina al ritualistico. La prestazione è demoniaca ma non sulfurea, gelida, un calcolo ossessivo e disturbante da parte di una industrializzazione macerante che a più riprese macina l'uomo. Per ricreare sonorità così asettiche e distanti dal principio di umanità è stato eliminato volutamente l'utilizzo del batterista umano, così per l'occasione fa la propria ricomparsa una batteria programmata al vetriolo, scelta che ha permesso di riversare nelle composizioni un grande quantitativo di malevolenza e disagio, nonché di percuotere in maniera imperterrita la ragione che cerca insistentemente una via di fuga dall'orrore ivi creato, senza però trovare scampo. A rendere le atmosfere già dense di negatività ancora più irte di ostacoli emotivi da scalare vi è l'assenza di appigli melodici (se non di natura primordiale) e ritornelli che possano guidarlo con semplicità.

La prestazione offerta da Xes — il cantante degli Infernal Angels e fondatore dei Byblis con i quali ha rilasciato proprio nel 2011 il debutto "Princeps Malis Generis", disco che vede proprio K. alle chitarre — è decisamente alternativa a ciò a cui Lord J.H. Psycho ci aveva abituati in passato. Le differenze stanno sia nella forma più orientata a utilizzare il growl, sia nell'impostazione meno maniacale ma molto più luciferina, con quei suoi profondi affondi che sembrano invitare l'abisso ad assorbire l'ascoltatore. E di quegli «uh» rimembranti i Celtic Frost che di tanto in tanto si possono udire ne vogliamo parlare? La voce è un'arma in più nella faretra già ben fornita dei Lilyum.

"Nothing Is Mine" alle volte è talmente elementare da divenire criptico, quella sua semplicità d'approccio a più riprese si rivela ingannevole e tentatrice, portandovi più volte a premere il tasto «play». Brani come "Altar Of Darkness", "Fides Belialus", "Hic Fuit Locus Traitor", "Into The Fire" e "I Am The Black Plague" si conquistano territorio passaggio dopo passaggio. Il problema di fondo è scegliere quale sia la traccia regina di un album che non ha cali né per quanto concerne l'ambito compositivo né per quanto riguarda la personalità che divampa chiaramente.

La produzione del resto pone la cosiddetta ciliegina sulla torta: la maturità non è più una conferma del momento, bensì un bene acquisito con consapevolezza e i suoni perfettamente viscosi rendono giustizia alle notevoli doti artistiche espresse da "Nothing Is Mine".

Evoluzione e involuzione camminano di pari passo nella mente di Kosmos Reversum e ogni sua uscita ha potuto usufruire di una crescita anche nello sguardo al passato, senza dover mai snaturare o solamente modificare la natura di base della propria identità Lilyum. Vi dite in cerca di black metal da far girare nel vostro stereo? Avete ancora la necessità di approfondire il vostro percorso musicale? Perché allora non tenere in adeguata considerazione le odierne proposte nostrane, iniziando proprio da "Nothing Is Mine", non ve ne pentirete.