LIMINAL SHROUD – Through The False Narrows
Due anni dopo l’uscita di una prima demo omonima, il debutto sulla lunga distanza dei Liminal Shroud è avvenuto in chiusura di 2020 con Through The False Narrows. È di fondamentale importanza notare come il disco abbia visto la luce col supporto dell’etichetta canadese Hypnotic Dirge, casa di Chiral, Frigoris e None, le cui atmosfere oscure e dilatate sono vicine alle sonorità del trio di Victoria, British Columbia.
Sebbene non per il modo di fare black metal, i Liminal Shroud di Through The False Narrows si presentano fin da subito vicini a tutt’altra band: nei Mgła ritroviamo infatti il caposaldo della filosofia artistica dei canadesi, partendo dalla copertina in bianco e nero (opera di Alayna Gretton) per arrivare al contenuto dei sette brani. Un carico di nichilismo indubbiamente figlio degli incappucciati polacchi, tuttavia unito a una malinconia e a un modo di riscrivere e interpretare il metallo nero dal piglio decisamente più atmosferico. Gli occasionali rallentamenti dal retrogusto doom (come nell’apertura di “Tainted Soil” o nel bridge di “Sentinel”) fanno qui il paio con spinte melodiche e crescendo dolceamari (“The Grotto”), generando una varietà interna all’opera nient’affatto scontata, pur non intaccandone la complessiva omogeneità.
Nota di merito va alla già menzionata “The Grotto”, ottimo esempio di tutti gli aspetti migliori della proposta dei Liminal Shroud. Sei minuti di emozioni che crescono e diminuiscono, passano e ritornano dandosi il cambio, da uno strumming cadenzato a un blast con riff in tremolo; i passaggi da una sezione all’altra sono rifiniti e cesellati, pesati col bilancino, mentre il cantato è costantemente teso ed emotivo. È sulla coda che il cantante e chitarrista A. Crossley appende tutto al chiodo e s’impunta, seppur solo per un minuto, al pianoforte, inanellando un accompagnamento semplice quanto indovinato che si fonde a poco a poco con lo scrosciare di un mare tutt’altro che calmo.
Volendo invece indicare un difetto a Through The False Narrows, si tratta della resa finale dei suoni. Le chitarre molto crunchose rovinano nettamente l’incisività sui blast e, più in generale, nelle sezioni spinte, su tutte “Erupting Light”. La scelta del suono è giusta nella maggior parte dei casi, i passaggi arpeggiati e le lead suonano più che adeguatamente, ma le ritmiche alla lunga sembrano un po’ deboli, specialmente se comparate al tondissimo basso che invece tira avanti imperterrito.
Alla fine dei conti, da “A Hollow Visage” fino a “Lucidity”, il primo album dei Liminal Shroud non si fa pregare e dissemina a destra e a manca prove delle doti artistiche del trio canadese. Through The False Narrows è un dischetto più che semplicemente gradevole: un recupero consigliato, per chiunque apprezza questo modo di interpretare il black.