LO-RUHAMAH – Anointing
I Lo-Ruhamah sono una bestia strana. Al di là del fatto che sono un gruppo sotto I, Voidhanger e che l'etichetta palermitana ormai ha una cifra stilistica non-stilistica riconoscibile e personalissima, questo trio di Kansas City era completamente sparito dai radar esattamente dieci anni fa.
I ragazzi del Missouri (perché ho scoperto con mia grande perplessità Kansas City essere in Missouri) debuttarono nel 2007 con "The Glory Of God" (album oggi fuori stampa e relativamente ricercato dai collezionisti), per far perdere le proprie tracce fino a qualche mese fa, quando si sono presentati forti del supporto di I, Voidhanger. A quanto pare, in questi anni uno dei tre si è stabilito in Lettonia e forse ciò ha avuto un peso nella particolare lentezza con cui sono stati portati avanti i lavori, ma alla fine è arrivato il momento di "Anointing".
Il secondo disco dei Lo-Ruhamah è molto complicato, un ibrido black-death metal estremamente elaborato e curato, anche se forse un po' troppo autocompiaciuto. Il ritmo non è mai elevatissimo, perché i tre musicisti preferiscono prendersi il giusto tempo per dare sfogo a una miriade di soluzioni diverse, da assoli a cambi di tempo a rallentamenti atmosferici, su cui innestare testi che sanno più di salmi che non di versi di una canzone.
"Anointing" è sicuramente un album in cui è stato compiuto un grande sforzo: nulla avviene per caso e l'attenzione al dettaglio traspare in ogni dove, dalla confezione in A5 alle peculiari e cervellotiche scelte musicali, e non mancherà di mietere consensi da parte di tutti i metallari che cercano qualcosa in più, un album in cui immergersi e da studiare con zelo e dedizione. Al contrario, coloro che non sono affascinati dall'approccio filosofico (e abbastanza onanista, tocca dirlo) alla musica estrema, rischiano di rimanere abbastanza indifferenti davanti a una band che si esprime senza mezzi termini dicendo:
«Senza l'assioma
non può la proposizione continuare a vivere?
Posso superare lo scarto ontologico
uno, più uno, più uno
fino a raggiungere l'infinito.»
("Coronation")