LUCIFER’S DUNGEON – Music Of Lost Spirits | Aristocrazia Webzine

LUCIFER’S DUNGEON – Music Of Lost Spirits

 
Gruppo: Lucifer's Dungeon
Titolo: Music Of Lost Spirits
Anno: 2017
Provenienza: Russia
Etichetta: Autoprodotto
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TRACKLIST

  1. 1st Lost Spirit
  2. Prize Of Fallen
  3. Death Of Civilization
  4. 2nd Lost Spirit
  5. Infernal Glory
  6. Antichrist
  7. 3rd Lost Spirit
  8. My Eyes [versione metal]
  9. Black Knight
  10. 4th Lost Spirit
DURATA: 40:32
 

I Lucifer's Dungeon nascono come Dark Cellar nel 2008, da un'idea del solo Cain Black. Una volta trasformati in un vero e proprio gruppo, assumono l'attuale identità. Nonostante gli anni di militanza, la formazione black metal originaria di Rostov sul Don, città nel sud della Russia europea, ha pubblicato le prime opere soltanto lo scorso anno. "Music Of Lost Spirits" rappresenta il secondo album, rilascito in maniera indipendente.

Lo stile del gruppo pesca dagli albori del genere, per come lo conosciamo dagli anni '90 in poi. I pezzi possiedono uno sviluppo piuttosto semplice, sia a livello di riffing che ritmico e la struttura portante si ripete pressoché inalterata lungo la scaletta: incipit in medias res, senza preamboli; ritmica mai troppo marcata; accelerazione dopo un piccolo cambio di atmosfera. Intro, outro e intermezzi, tutti di matrice acustica, contribuiscono a spezzare l'andamento dominante, alleggerendo l'umore con un pizzico di malinconia. Nomi quali Arckanum e il primo Burzum potrebbero essere punti di riferimento azzeccati.

Ogni singolo aspetto dei Lucifer's Dungeon rispetta fedelmente gli stilemi forgiati da Darkthrone e compagnia, come potete notare anche dalla copertina piuttosto eloquente. Ovviamente pure la produzione si allinea a tale spirito, mantenendo i suoni low-fi ma rifuggendo ronzii gratuiti e ruvidità anacronistiche.

Dopo un'analisi meramente descrittiva, è tempo di giudicare la qualità contenuta in "Music Of Lost Spirits". Al momento ritengo che questa uscita possa essere archiviata come una sorta di demo, un'opera dimostrativa più utile all'artista per trasformare in atto il proprio pensiero piuttosto che al fan, poiché la riproposizione dei canoni del genere è piuttosto basilare, mancano passaggi memor(izz)abili e la ripetizione di alcune forma stanca.