MAGI – Forget Me Not
Gruppo: | Magi |
Titolo: | Forget Me Not |
Anno: | 2015 |
Provenienza: | U.S.A. |
Etichetta: | Argonauta Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 49:06 |
I Magi sono un trio d'oltreoceano formato nel 2011 da Brandon Helms, musicista già noto per la sua attività all'interno di progetti come From Oceans To Autumn e Mountains Among Us. Dopo aver rilasciato sempre nel 2011 due ep, agli inizi di quest'anno il terzetto di Charlotte, North Carolina, accasatosi con la nostrana Argonauta Records, ha dato alle stampe il proprio debutto intitolato "Forget Me Not".
Il disco è facilmente inquadrabile fin dalle prime battute: in episodi come "The Silence We Display" e "Footsteps" è infatti palesemente riconoscibile la lenta, massiccia, estenuante (nel senso positivo del termine) e talvolta dissonante base Doom che compone lo scheletro dell'album. Sopra a tali fondamenta viene eretto un impianto sonoro contornato di derive Post e ipnotiche melodie dall'agrodolce retrogusto onirico: detto amalgama può facilmente riportare alla mente gente come gli Isis, sebbene qui la componente atmosferica sia spesso e volentieri più opprimente e scura se confrontata con le prove del defunto gruppo di Aaron Turner.
Sia chiaro che non vi sto presentando nulla di innovativo o di mai sentito, ma le soluzioni presenti in pezzi come "Mystic", "A Million Questions" e "Sleep" sono assolutamente di grande impatto: ariosi e sognanti fraseggi di chitarra acustica vengono accoppiati e alternati a sezioni di riflessiva staticità Drone e a granitici muri di distorsioni e riverberi, sia vocali che strumentali. Il risultato finale è un immaginario tanto splendido quanto evidentemente fumoso e schiacciante.
L'operato compositivo dei Magi segue canovacci già conosciuti e relativamente lineari, tuttavia eccelle nell'arte di miscelare sapientemente i diversi umori della proposta, i quali grazie anche a una meticolosa ragnatela di arrangiamenti di elevatissima qualità passano senza alcuna fatica e senza forzature di sorta da eterei momenti di sospensione e voci pulite ("Stories") a soffocanti, disilluse e pesantissime manifestazioni di disagio esistenziale ("In Amity"). La scaletta è varia e — pur senza uscire dal sentiero già tracciato da altri in passato — è encomiabile nella capacità di instaurare un profondo legame con l'animo dell'ascoltatore, mantenendone oltretutto sempre alta l'attenzione.
Tirando le somme, "Forget Me Not" è un disco di notevole caratura, pregno di qualità, ispirato e atmosfericamente molto empatico, senza comunque rinunciare alla parte più estrema e massiccia del genere in questione; se quindi siete assidui e famelici ascoltatori di proposte di questo tipo, non lasciatevi sfuggire questo esordio… Anche perché dubito fortemente che i Magi verranno dimenticati se sapranno continuare su questa strada.