MALACODA – Ritualis Aeterna
L'immaginario letterario, com'è noto, non smette mai di influenzare i musicisti di tutto il mondo: l'esempio in esame, stavolta, è costituito dalla band canadese Malacoda, che per il nome si rifà al diavolo descritto da Dante all'interno della prima cantica della sua Commedia, e dal suo ultimo EP "Ritualis Aeterna", autoprodotto e rilasciato in digitale lo scorso 2 dicembre.
Il quintetto di Oakville ha preso spunto, in maniera più o meno palese, da diverse band del panorama Power Metal mondiale, tanto dal suo versante più melodico rappresentabile dai Kamelot nelle loro vesti più moderne ("The Wild Hunt") quanto da quello sinfonico dei Rhapsody Of Fire di "Rain Of A Thousand Flames"; per capirci, "Penny Dreadful" mi ha ricordato un po' "The Wizard's Last Rhymes", devo ammetterlo, probabilmente a causa dei cori e degli arrangiamenti della sezione degli archi. La vena più moderna che attualmente si sta diffondendo all'interno del panorama Metal mondiale è rintracciabile anche all'interno di questo lavoro, con l'inserimento di controcanti in growl e sezioni corali qua e là, risultando sì gradevoli ma non proprio originalissimi.
L'etichetta di band Gothic-Horror Metal con cui si presenta la band forse non è la più indicata, anche perché questa ispirazione cupa e questa vena tetra traspaiono ben poco dalla composizione; che non è ugualmente suscettibile di critica alcuna. Dal punto di vista tecnico, infatti, non c'è nulla che non vada e che si possa rinfacciare ai Malacoda, che in questo disco possono vantare anche le collaborazioni rispettivamente di Jessy Oppenheimer e di Joe Waller nei due assoli all'interno di "Penny Dreadful". Analogo discorso anche per quanto riguada l'inventiva: è evidente che la band abbia delle potenzialità non indifferenti, acuitesi grazie anche all'ingresso nella formazione di Jonah Weingarten, tastierista tra gli altri dei Pyramize, ma a parer mio questa prova non riesce ad esprimerle al meglio.
I Nostri hanno tutte le carte in regola per fare grandi cose in futuro, indubbiamente, ma "Ritualis Aeterna" non brilla abbastanza da superare una sufficienza già acquisita con molta facilità. Eppure, nell'attesa che i Malacoda possano esplodere e regalarci un disco nel quale riversino tutte le proprie potenzialità, questo EP non è decisamente un brutto modo per ammazzare il tempo.