MALAMORTE – Devilish Illusions | Aristocrazia Webzine

MALAMORTE – Devilish Illusions

 
Gruppo: Malamorte
Titolo: Devilish Illusions
Anno: 2016
Provenienza: Italia
Etichetta: Satanath Records / MurdHer Records
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TRACKLIST

  1. Maleficium I
  2. Devilish Illusions
  3. Pactum
  4. Dark Clouds On Golgotha
  5. Maleficium II
  6. Possession
  7. Malamorte
  8. Devoted To Self-Destruction
  9. Lucifer's Rebellion
  10. Maleficium III
DURATA: 37:50
 

Dalla sua uscita dai Theatres Des Vampires, di tanto in tanto Lord Vampyr salta fuori con un nuovo progetto. Ammetto di aver seguito ben poco della sua carriera post-2004, ma il debutto dei Malamorte ci dà modo di vedere come si è evoluto il musicista romano.

Accompagnato solo dal collega SK, conosciuto già in altri suoi progetti, il Vampyro questa volta si diletta in un ibrido tra Black e Heavy Metal caratterizzato dagli estremismi sonori tipici del primo e da ritmiche spesso vicine al secondo; un po' per la musica e un po' per le tematiche legate a occultismo et similia, un nome che potrebbe saltarvi in mente è quello dei Mercyful Fate, ovviamente insieme a quello del loro leader King Diamond. In neanche quaranta minuti, i Malamorte ci propongono sette tracce effettive capaci di variegare la proposta, non solo spingendo alternativamente sul versante Nero e su quello tradizionale, ma anche aggiungendo riferimenti esterni quali il Doom della titletrack e il Punk di "Devoted To Self-Destruction". Gli inserimenti atmosferici delle tastiere sono un ulteriore tocco che riesce a donare un'impronta horror ad alcuni brani (in particolare "Malamorte"), oltre a ricreare le giuste sensazioni con inquietanti suoni sintetici nell'intro e nell'outro.

Per il resto, il disco si assesta su sonorità standard ispirate ai due generi citati in precedenza: lo si nota ad esempio dalla drum machine, in grado sia di offrire ritmiche da headbanging che di accelerare con vari blast beat; altrettanto si può dire delle chitarre che si destreggiano senza fatica tra arpeggi dissonanti e riff più orecchiabili e quasi mai intricati, fungendo così da motore trainante delle tracce: pezzi come "Pactum" e "Possession" risultano tra i migliori proprio per il lavoro delle sei corde, nel secondo caso anche grazie al buon assolo seguito da un passaggio acustico. Lo scream di Lord Vampyr è infine più o meno come lo ricordavo, anche se devo dire che in questo contesto l'ho trovato abbastanza anonimo e poco espressivo.

In definitiva, "Devilish Illusions" è un album gradevole che si guadagna la sufficienza senza troppa fatica, tuttavia viene da chiedersi se da un personaggio che vive nell'underground italiano da così tanto tempo sia lecito aspettarsi qualcosa di più: in un panorama affollato e qualitativamente competitivo come quello odierno, penso che un artista di una certa rilevanza non dovrebbe accontentarsi di aver creato un disco come questo che — per quanto comunque apprezzabile — farà veramente fatica a emergere e a conquistare il proprio pubblico.