MAMIFFER & CIRCLE – Enharmonic Intervals (For Paschen Organ)
L'etichetta Ektro Records, capitanata dal sempre attivo Jussi Lehtisalo (mente dei Circle, Falcon e artista che nel corso degli anni ha partecipato in numerose formazioni connazionali), ha proposto fra le sue uscite nel settembre del 2013 un'affascinante unione d'intento fra parte dei suoi Circle e i Mamiffer; questi ultimi sono un duo statunitense composto da Faith Colaccia e il marito Aaron Turner, personaggio che non ha di certo bisogno di presentazioni. Questo connubio artistico ha partorito l'album "Enharmonic Intervals (For Paschen Organ)".
L'uscita in questione è di natura introspettiva, rituale e sincera, con annessi i pregi e difetti di una scelta che elimina le vie di mezzo. Tenete infatti conto che i pezzi hanno preso vita in un'unica giornata all'interno della chiesa di Keski-Porin Kirkko (Pori è la città natale di Jussi) e che il fluire degli eventi che li compone viene esposto per lo più tramite una raffigurazione di stampo minimale e drone.
Questo disco è un'esperienza, non trovo altro modo per definirlo, dai tratti mistici e decisamente ancestrale, che rivaluta l'utilizzo di uno strumento come l'organo a canne. La voce sembra sbucare chissà da quale tempo andato, l'innesto della viola a cura dell'ospite Eyvind Kang dona un'aura malevola a "Kaksonen 1", mentre una costante deriva ortodossa ciclico-rumoristica pervade canzoni quali "Vessel Of Worms" e la conclusiva "Kaksonen 2 (Artemisia)", pronte a innalzare un muro alchemico infinito, sostenuto da una linfa vitale sonora elementare. Proprio per tale motivo le composizioni in un paio di frangenti vi potrebbero apparire come esageratamente semplici, al limite con il banale, ma al contrario ritengo siano adeguate a supportare la teatralità che su esse viene innestata.
"Enharmonic Intervals (For Paschen Organ)" è un lavoro che o si ama o si odia, uno di quelli in cui la libera interpretazione dei singoli elementi e delle possibili raffigurazioni emotive e fisiche diviene totalmente personale e fondamentale per giudicarlo, rendendo quindi l'ascolto ancora più selettivo e scostante nei confronti di coloro i quali partano in quarta con il preconcetto del momento pronto a essere sganciato. Vi consiglierei quindi di prenderlo così per come vi viene incontro, una volta conclusosi avrete di certo gli elementi per poter decidere se ripercorrere questo sentiero o lasciarlo in disparte, rivolgendo lo sguardo in direzione di nuove mete.