Mansion - First Death Of The Lutheran

MANSION – First Death Of The Lutheran

Gruppo: Mansion
Titolo: First Death Of The Lutheran
Anno: 2018
Provenienza: Finlandia
Etichetta: I Hate Records
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TRACKLIST

  1. Wretched Hope
  2. Lutheran
  3. The Eternal [cover Joy Division]
  4. 1933
  5. First Death
DURATA: 43:01

Avendo scritto recensioni di centinaia di dischi trattanti gli argomenti più disparati, pensavo di aver ormai visto e sentito all’incirca quasi tutto all’interno di determinate cerchie musicali, i Mansion hanno invece ridimensionato la mia presunzione. Il gruppo finnico (formato da ben otto elementi), di cui finora ignoravo vergognosamente l’esistenza, è infatti ispirato al kartanoismo, una setta di matrice cristiana, fondata all’inizio del secolo scorso da Alma Maria Kartano. Tale movimento religioso fu presente fino agli Anni Cinquanta in alcune regioni della Finlandia, contraddistinguendosi per spiccate inclinazioni apocalittiche, per uno stile di vita rigoroso e ascetico, per raduni movimentati e per la tendenza a ordinare sacerdoti e predicatori bambini. Lungi da me scrivere un trattato teologico, quindi fatte le necessarie premesse concettuali concentriamoci ora sulla forma musicale di questo esordio intitolato First Death Of The Lutheran.

Il nutrito assembramento di musicisti imbastisce un doom austero, per certi versi molto asciutto e fortemente impregnato di occulte sfumature rock, esibendo una cifra stilistica che per movenze potrebbe ricordare un po’ Jex Thoth, sebbene la componente atmosferica di pezzi come “1933” e “Wretched Hope” sia decisamente meno naturalistica e molto più ieratica, avvicinandosi forse maggiormente all’operato di band come Jess And The Ancient Ones e The Devil’s Blood. La proposta nella propria interezza risulta particolarmente languida e voluttuosa, ma al contempo tagliente, angosciante e pregna di tentacolari e drammatiche manifestazioni di catastrofismo spirituale. Logicamente il tutto viene irrobustito da un comparto lirico colmo di fatalismo e di imperitura condanna nei confronti di eretici, miscredenti e in generale probabilmente chiunque non aderisca al credo in questione.

A quanto detto finora si aggiungano effettistica sintetica, innesti di organo e momenti più nervosi, inquietanti e lisergici come “Lutheran” e “First Death” ed ecco che il prontuario della fine dei tempi è servito: scagliandosi senza pietà contro una religiosità secolarizzata e vuota, i Mansion danno fuoco al rogo di purificazione che attende l’umanità empia. Oltremodo efficace è la voce evocativa e sinuosa della cantante Alma che, assecondando musica e testi, sembra voler condurre l’ascoltatore verso il proprio ineluttabile e dannato destino di blasfemo e iniquo peccatore. Una menzione particolare la merita “The Eternal” — reinterpretazione dei Joy Division di Closer — che, pur mantenendo il malinconico e oscuro approccio dell’originale, viene arricchita con un taglio stilistico se possibile ancora più angoscioso e sinistro.

First Death Of The Lutheran è un album avvolgente e particolarmente suggestivo, davvero un notevole gioiello di pregiata qualità. Con questo debutto i Mansion hanno messo in mostra capacità di assoluto spessore, oltre che un livello di ispirazione ben oltre la media, il quale potrebbe di certo permettere al gruppo finlandese di ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel panorama doom. Per ora comunque godiamoci tutti quanti questo disco splendido: devo dire che poche altre volte la distruzione eterna è stata così attraente ed emozionante.