MARTYR LUCIFER – Marty Lucifer’s Shards
Gruppo: | Martyr Lucifer |
Titolo: | Marty Lucifer's Shards |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Outline Rekordz |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 51:39 |
Martyr Lucifer si dà un gran da fare, infatti l'artista nostrano — dopo aver pubblicato il personale debutto con il bel disco "Farewell To Graveland" — non è rimasto con le mani in mano, pubblicando fra il 2012 e l'inizio del 2013 ben tre ep che ha successivamente deciso di racchiudere in un'unica soluzione intitolata "Martyr Lucifer's Shards". Probabilmente questa scelta è stata adottata per fornire a coloro che ascoltano una visione completa e particolarmente sfaccettata di ciò che è in grado di comporre, rimarcando così le capacità poliedriche di un progetto in piena espansione che ancora una volta si avvale del supporto di numerosi musicisti e amici, fra i quali è d'obbligo citare Simone Mularoni, dato che il chitarrista di DGM ed Empyrios si è occupato della produzione insieme a Martyr.
Questa seconda prova fornisce garanzie affidabili sulla maturità acquisita da Lucifer e sfodera una classe maggiore sia nei frangenti in cui è l'elettronica a fare la differenza ("A Lesson In Murder") che in quelli più atmosferici, folkloristici ("Another Place, Another Time" e "In Upside Down Woods I Walk") e vocalmente intensi e scuri ("Morning Star"), riuscendo a valorizzare una versione più breve, e quindi maggiormente adatta al passaggio radiofonico, di "The Horseride" (episodio contenuto in "Farewell To The Ground"). Inoltre instilla sapientemente parte del proprio DNA in canzoni importanti quali sono "House Of Sleep" degli Amorphis di "Eclipse" (per chi scrive il disco più bello dei finnici dall'ingresso dietro al microfono di Tomi Joutsen) e "Poison Heart" dei Ramones dell'album "Mondo Bizzarro", svestite delle distorsioni e investite dall'umore agrodolce, suggestivo e in parte fuori dal tempo offerto dal combinarsi delle voci di Martyr e di Leit, coadiuvate dalle orchestrazioni realizzate da Antarktica dei Darkend nella prima e dalla semplicità dell'animo carezzevole della seconda.
Le parole fascino ed eclettismo sono all'ordine del giorno quando si ha a che fare con la musica di Martyr Lucifer, il riminese difatti è un personaggio che costantemente scava dentro sé per permettere all'arte di sgorgare nelle forme più intime e varie, comportandosi come farebbe un affamato ricercatore sempre pronto a cimentarsi in un'avventura nuova per portare alla ribalta la propria scoperta. "Martyr Lucifer's Shards" è un compendio emotivo che si tinge di Paradise Lost e My Dying Bride, è letteralmente dedicato alla memoria del signor Peter Steele, s'infarcisce di Sister Of Mercy e Depeche Mode, ma nella sua interezza è marchiato a fuoco dalla personalità del suo autore, è un disco del quale si può andare fieri e che mi auguro riceva l'attenzione che merita anche al di fuori dei nostri confini nazionali.