MEDIOCRACY – Human Progress – Endless Regress | Aristocrazia Webzine

MEDIOCRACY – Human Progress – Endless Regress

 
Gruppo: Mediocracy
Titolo:  Human Progress – Endless Regress
Anno: 2010
Provenienza:  Romania
Etichetta: Asiluum Arts
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TRACKLIST

  1. Mediocracy
  2. The Enemy
  3. Said And Done
  4. A Way Out
  5. Free Words
  6. Answers
  7. Changes
  8. Suffocation
  9. Human Progress
DURATA: 38:23
 

Sfogarsi liberamente, urlando e suonando in maniera totalmente naturale? Questa è l'idea di base dei Mediocracy. La formazione romena è autrice di un debutto, "Human Progress – Endless Regress", influenzato dal movimento crust-hardcore a tinte sludge, irriverente, incazzato, privo di mezzi termini e sovrastrutture. Il suono vivo e pesante ha goduto non poco della scelta scarna ed essenziale fatta per la produzione quasi "live".

La compagine composta da Viez, Radu, Para, Dop e Costin (nostra vecchia conoscenza dato che è la mente dei Nightpray) voleva e ha ottenuto ciò che cercava con insistenza: dar vita a nove canzoni che rappresentassero un'espressione slegata da qualsiasi concetto di pensiero oppressivo, sia esso riconducibile all'ideologia politica (nazismo e comunismo), economica (sistema capitalistico) o alla hit per eccellenza, l'oppio dei popoli, la Religione. Come si può reagire a un sistema corroso, le cui radici nere di stolto materialismo ne reggono lo sviluppo? L'uomo progredisce in un infinito regresso, è una figura che la vostra mente può tranquillamente inquadrare e il titolo non poteva che essere la miglior rappresentazione della rivolta musicale di cui i Mediocracy sono autori.

Trentotto minuti che non piaceranno ai radical chic, agli alternativi dell'ultimo minuto, che si lasciano andare senza pensarci in ritmiche che spesso ricordano l'approccio della scena svedese, con tanto di comparto vocale non lontano dalle prestazioni in sede post At The Gates di un certo signor Tompa (i Disfear ad esempio). Anche se una "Changes" sembrerebbe attingere proprio da quella formazione e dai The Crown, è altresì vero che fanno capolino nel settore più rozzo e rallentato nomi che arrivano da zone d'oltreoceano quali Grief, Dystopia e — tornando invece nella zona crust — i Nausea. Influenze importanti, ma ben assimilate e sfruttate.

Il disco non si atteggia, non le manda a dire e infila episodi carichi di adrenalina e buone melodie, che vengono infarciti quando richiesto da incursioni in territori più fangosi per acuire quel senso di "profondo" e "scavato"; una cavalcata continua che prova a far emergere quel clima scontento e ormai inesorabilmente radicato nell'animo di chi è colpito da una situazione mondiale devastata da mali quali corruzione, odio e declino economico. Calamità che portano l'Uomo a scelte sconsiderate che lo privano della speranza; come non ritrovarsi quindi nelle sensazioni di malsana e disturbante verità che "Said And Done", "Free Words" o le conclusive "Suffocation" e "Human Progress" ci urlano contro?

La linfa vitale di "Human Progress – Endless Regress" è di un grigio saturo, la sua compagnia è tutt'altro che distensiva, è dura e pretende che l'ascoltatore stia ad ascoltare e a riflettere, andando ben oltre la classica prova del genere tanto in voga (non parlo dell'underground, ma delle uscite per grandi etichette) di chi gioca a fare il "duro e puro" con tematiche sociali spicciole. I Mediocracy invece affrontano seriamente una delle spine più grosse infilate nel culo della Terra sulla quale proliferiamo, vivendo spesso e volentieri di cazzate. Vi consiglio di godervi questo primo lavoro dei ragazzi: è intenso, ragionato e musicalmente molto appetibile. Cuore, testa e canzoni "scapoccianti" per un trio che vale la pena di mandare in stereo.