Melting Clock - Destinazioni

MELTING CLOCK – Destinazioni

Gruppo: Melting Clock
Titolo: Destinazioni
Anno: 2019
Provenienza: Italia
Etichetta: Black Widow Records
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TRACKLIST

  1. Caleidoscopio
  2. Banalmente
  3. Vetro
  4. Strade Affollate
  5. L’Occhio Dello Sciacallo
  6. Antares
  7. Sono Luce
  8. Quello Che Rimane…
  9. Destinazioni
DURATA: 61:21

Le radici dei Melting Clock risalgono al 2001, tra i corridoi della facoltà di fisica dell’università di Genova, dove alcuni studenti con la passione per la musica iniziarono a suonare insieme avendo «come obiettivi il semplice divertimento e la crescita musicale, perseguiti attraverso la preparazione di cover di gruppi più o meno noti del panorama del rock progressivo». Così si apre la breve biografia ufficiale del gruppo ligure, fin dalle prime parole malinconico eppure compito e professionale, come ti aspetteresti uno studente (ormai laureato) di fisica.

Ci sono voluti diciott’anni per la band di Alessandro Bosca, Francesco Fiorito e Stefano e Sandro Amadei per trovare l’alchimia giusta e realizzare finalmente un album in studio. Nell’arco di tutti questo tempo i Melting Clock hanno affinato il proprio songwriting, hanno trovato in Simone Caffè (di professione ingegnere e docente universitario, sui cui appunti e fogli di calcolo a quanto pare ha studiato mezza Genova) un chitarrista tanto appassionato quanto raffinato e in Emanuela Vedana la voce perfetta per dare corpo alle proprie visioni; da questo momento in poi, la creazione di Destinazioni ha potuto procedere più o meno spedita, e l’album è arrivato nei negozi a fine 2019 per Black Widow. Manco a dirlo, la sempre attenta etichetta di Massimo Gasperini ha fatto l’ennesimo centro, perché il lavoro della formazione sua concittadina è assolutamente irreprensibile.

Destinazioni si muove liquido tra vecchio e nuovo, da una parte il prog settantiano che proprio a Genova ha detto così tanto, dai Delirium ai Garybaldi ai New Trolls, dall’altra le letture moderne della materia fatte da Ayreon e Porcupine Tree, entrambi nomi che la stessa formazione cita come proprie influenze. Capita quindi di trovarsi davanti a strutture complesse, un basso ciccione che tiene legate a terra chitarre ariose ed eteree, e poi da un momento all’altro arriva un riffone heavy che non sfigurerebbe su Deadwing o In Absentia (o su un album dei Dream Theater quando ancora valevano la pena di essere ascoltati) o un synth preso di peso dal repertorio di Arjen Lucassen. I Melting Clock riescono a bilanciare perfettamente entrambe le proprie anime, e Destinazioni è una summa di tutte queste influenze cui si aggiunge una spiccata dose di personalità e di cose da dire. Mai vittima del proprio ego, tutti i musicisti coinvolti riescono a dare il proprio contributo senza per questo rendere il risultato eccessivamente pesante o inutilmente complesso.

La band decide, come da tradizione prog, di parlare per allegorie e riferimenti indiretti, e l’album «sviluppa il tema del viaggio in tutte le sue accezioni», positive e negative, fisiche e interiori, e ciascuna dona a ogni canzone una propria fisionomia, delle caratteristiche proprie che la distinguono dalle altre. L’impronta heavy della title track, la malinconia di “Strade Affollate”, il climax sognante di “Sono Luce”, in ogni episodio i Melting Clock rimescolano le carte rimanendo allo stesso tempo fedeli alla propria matrice. L’ottima resa di questa ora abbondante di musica passa anche attraverso un’ottima produzione, appannaggio di Andrea Torretta: i suoni sono cristallini e ogni strumento ha spazio, corpo e spessore a sufficienza per raccontare la propria storia.

Un debutto frutto di quasi due decenni di crescita e di lavoro non poteva certo rivelarsi banale, ma anche con queste premesse il primo album dei Melting Clock stupisce per la sua profondità e maturità. Destinazioni farà la felicità di tutti gli orfani del prog rock più ricercato.