MERZOTNA POTVORA – Halas Z Pekla
Attivi dal 2016 al 2019 con il nome Koza Dereza, gli ucraini Merzotna Potvora da one man band del solo Oleksij “Oleksa Vypaskudeń” Pominčuk sono diventati un duo con l’arrivo del cantante Konstantin “Kosťa Slothston” Oryol. Se gli esordi solitari erano improntati a un raw black metal saturo di tastiere ed effetti cimiteriali, con l’avvento di Merzotna Potvora (letteralmente creatura disgustosa) le coordinate musicali hanno virato sul black-thrash più putrido ma non per questo banale. Hala Z Pekla (strombazzata infernale) è il primo album dopo un EP, un singolo e uno split con Orgia Nuclear, Warwar e Krucificadores, roba che neppure nei peggiori bar del Donbass.
Prendete i Tormentor di The 7th Day Of Doom, mischiateli ai Törr dei primi anni ’90, aggiungete al menù un arrosto di topo albino e vi sarete fatti una vaga idea del bellissimo marciume che vi aspetta. Ritmi sostenutissimi da una drum machine isterica, chitarra che macina riff come se non ci fosse un domani, basso udibile (!) e voce catarrosa con postumi da COVID-19. La ricetta dei Merzotna Potvora è semplice e forse proprio per questo più difficile di altre da eseguire: il segreto di Oleksa e Kosťa consiste nel non prendersi troppo sul serio.
La mezzora e poco più di Halas Z Pekla infatti scorre che è un piacere tra un rutto e una risata, perché pur non conoscendo l’ucraino le reazioni naturali sono quelle. Un’attitudine punkettona che in questo calderone ribollente prende anche un po’ il sapore del folk slavo e dei tempi tipici di quelle parti, ascoltare “Domovyk” per credere. C’è tempo anche per un paio di cover: “Černeć” degli stessi Koza Dereza, che qui trova una nuova veste thrashona ma non per questo meno maligna; e la sorprendente “Misto Prokľatťa”, che in realtà è “City Of Damnation” degli storici speed-thrasher canadesi Razor.
Che i Merzotna Potvora stiano male è palese, che il loro primo full length sia una mina direi altrettanto. Il mio consiglio è quindi di accaparrarvi Halas Z Pekla prima che finisca: tramite Duplicate Records per la versione in compact disc o direttamente dalla band per quella in cassetta. Per un ferragosto a base di topi morti.