Minas Morgul - Heimkehr

MINAS MORGUL – Heimkehr

Gruppo: Minas Morgul
Titolo: Heimkehr
Anno: 2021
Provenienza: Germania
Etichetta: Trollzorn Records
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TRACKLIST

  1. Prolog
  2. Heimkehr
  3. Niedergang
  4. Stein Um Stein
  5. Teufel
  6. Weltenfall
  7. Totenschiff
  8. D.F.
  9. Dein Erwachen
  10. Tiefe Narben
DURATA: 45:34

Diciamocelo con tranquillità, c’è black metal per tutti i gusti. Chi lo preferisce più aggressivo e ferale ha i suoi riferimenti, chi ne gradisce le versioni epiche e atmosferiche ne ha altri. C’è chi si gode i mix col folk, anche quelli più ridicoli, tipo gli Equilibrium, ai quali bisognerà rimproverare fino alla fine dei tempi la pubblicazione di schifezze tipo “Born To Be Epic”. E chi invece non vuole saperne di ibridazioni strane e cerca soltanto mazzate al limite del death. Tra tutti questi estremi, i Minas Morgul hanno scelto di passare dal primo all’ultimo, come visto già all’uscita di Kult, e la pubblicazione di Heimkehr non è che la riconferma di questa posizione.

Il gruppo di Francoforte sull’Oder, che l’anno prossimo festeggerà il quarto di secolo di vita, resta saldamente ancorato sulle sponde della Trollzorn con cui aveva dato alle stampe il suo penultimo disco e bissa con Heimkehr (lett. ritorno a casa). Dal punto di vista della formazione, ci sono diverse novità in casa Minas Morgul, la più importante delle quali riguarda l’arrivo al microfono di Robse dei già nominati Equilibrium, in sostituzione del defezionario 13R13. Un avvicendamento non da poco, considerato che il precedente cantante ha dato voce a quattro dei sei album che la band ha rilasciato prima del 2021. Ciò nonostante si tratta di un cambiamento che avviene in un momento particolarmente propizio nella parabola evolutiva del progetto tedesco: le innovazioni proposte un po’ acerbamente in Kult qui vengono sviluppate in maniera estensiva, specialmente grazie al contributo del nuovo frontman, ben navigato nell’ambiente, rivelando il nuovo volto della band in tutta la sua dura bellezza.

La nuova cifra del sestetto, dunque, resta fermamente ancorata al più feroce black metal natìo, al quale però unisce tutta una serie di forestierismi che in realtà risuonano naturalmente con le intenzioni primigenie dei Minas Morgul. Quella zaffata di black-death mutuato dalla vicinissima Polonia inspessisce le chitarre e rallenta talvolta le cavalcate, rimpolpando invece le ritmiche e i riff dei mid-tempo, concorrendo alla creazione del sound caratteristico di Heimkehr. La presenza di ospiti sul disco, come René Berthiaume (Equilibrium) nell’apripista “Prolog” e Stef (Jörmungand) in ben cinque brani non meglio specificati, come anche l’aggiunta in scaletta di una cover-reinterpretazione di un vecchio classico (“V.F.”, remake di “Väterchen Frost”, originariamente inclusa in Schwertzeit, uscito su Aural Attack Productions nel 2002), sono tutti segnali lampanti del fatto che la formazione teutonica pare aver trovato una nuova quadra: una dimensione nella quale rinnovarsi senza automaticamente snaturarsi.

Heimkehr suona goduriosamente ciccione da capo a coda, con le chitarre e i bassi adeguatamente spessi, le parti di batteria cesellate a puntino, le tessiture atmosferiche e i cantati ben calibrati, merito dell’ottimo lavoro di mixing e mastering operato da Florian Dammasch (Eïs). Gli arrangiamenti e le idee contenute, seppur non rivoluzionarie, sanno decisamente irretire l’ascoltatore, facendo apprezzare le cariche e le ritirate dell’intera opera. Questo senza tirare in ballo l’artwork, epico, severo e monumentale, firmato da Daniel Dürbeck (Shelter Design Studio): altro pezzo fondamentale che contribuisce alla resa finale del disco.

Il settimo album dei Minas Morgul non tradisce la ferinità degli inizi né viene meno alle promesse fatte alle oscure entità che presiedono al focolare del black metal, ma reintegra lo spirito dei Nostri in una forma più consona e sincera, tramite la quale riesce a dar fondo a tutte le sue molteplici intenzioni. In fondo, Heimkehr non è solo un viaggio verso la riscoperta e la riaffermazione, ma anche una promessa: la promessa che le mazzate non cesseranno mai. Heimkehr — Ein Sturm aus Ost bis in alle Ewigkeit, una tempesta da est per l’eternità.