MINAS MORGUL – Kult
Sarò onesto: prima di imbattermi nella band di cui scrivo, avevo sentito parlare di Minas Morgul solo nel contesto dell’opera tolkeniana o in riferimento all’album di certi austriaci suonatori-di-pianole-e-vuvuleza. La formazione di cui scrivo oggi, invece, è (ugualmente) longeva, nata sul finire del secolo scorso e giunta, nel 2017, a festeggiare il secondo decennio di attività. Un po’ a celebrazione di ciò è avvenuta la pubblicazione del qui presente Kult, tramite la Trollzorn Records.
Non si può parlare, a oggi, di un disco di culto, ma sicuramente questa opera non è affatto male. Nei poco più di tre quarti d’ora della scaletta scorre fluido e denso il sangue nero come la pece della creatura romantica teutonica, che ha in circolo abbastanza malae da saziare il fabbisogno dell’ascoltatore. Non abbiamo a che fare con la solita copia pedissequa di formazioni d’altri tempi né si riesce bene a effettuare una reductio ad unum per ricondurre a un unico genere le influenze qui presenti. Se da un lato è ben evidente una venatura più tendente al folk atmosferico dei Primordial, dall’altro è presente una certa tendenza al post- più tipica degli Anomalie; oppure, un altro paragone fattibile, a mio avviso, è con lo stile un po’ à la esercizio di futilità dei polacchi Mgła: deciso e infuriato ma che tiene pur sempre un occhio puntato sul fronte delle melodie.
C’è un’unica osservazione negativa che mi sento di fare su Kult: non si tratta di un’opera omogenea. Sono presenti varie influenze che però non si amalgamano tra di loro per andare a creare uno stile singolare e più complesso; piuttosto, i vari spiriti che possiede l’anima dei Minas Morgul si incarnano singolarmente in ogni traccia, restando a sé stanti. Che peso ha una tale eterogeneità nel complesso? Rende indubbiamente la prova dei Nostri varia, quasi a costo di limitarne la bellezza in un formato così fisso come quello del CD.
Detto ciò, non mi sento di sconsigliare l’ascolto dei Minas Morgul a chi non li ha mai incontrati: Kult è un disco interessante e, per certi versi, piacevole. Personalmente l’ho trovato troppo denso da mandare giù da solo, così com’è; d’altro canto, se apprezzate proposte così eterogenee, non vorrete affatto diluire una pillola di questo tipo.