MISANTHROPIC RAGE – Gates No Longer Shut | Aristocrazia Webzine

MISANTHROPIC RAGE – Gates No Longer Shut

 
Gruppo: Misanthropic Rage
Titolo: Gates No Longer Shut
Anno: 2016
Provenienza: Polonia
Etichetta: Godz Ov War Productions
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TRACKLIST

  1. In A Blind Dimension
  2. Gates No Longer Shut
  3. I, The Redeemer
  4. Into The Crypt
  5. Niehodowalny
  6. Cross Hatred
  7. I Took The Fate In My Hands
DURATA: 40:29
 

Debutto sulla lunga distanza per i polacchi Misanthropic Rage con "Gates No Longer Shut", primo album propriamente detto pubblicato nel tardo 2016. Parlando di "Qualia", ci eravamo lasciati con l'augurio che i buoni spunti potessero essere sviluppati in maniera idonea, un augurio che ha decisamente dato i suoi frutti: il duo composto da W. (voce) e AR. (tutti gli strumenti) si ripresenta con un lavoro coerente, una mezza dozzina di brani caratterizzati da una certa vena sperimentale come era lecito aspettarsi.

I Nostri scelgono in questo caso di abbandonare le lunghe durate per assestarsi su canzoni comprese tra i quattro e gli otto minuti, favorendo così la fruibilità della proposta, senza scadere comunque in composizioni banali e poco variegate. Il black metal di stampo progressive si amalgama bene con le forti tinte avantgarde, non disprezzando qualche virata su territori più vicini al death metal (la voce di "In A Blind Dimension" riporta agli albori del genere, ricordando Schuldiner e Becerra). Il tira e molla tra sezioni estreme e parti più atmosferiche è una costante presente in tutto il disco, con la voce pulita e alienata che fa da contraltare allo scream demoniaco, dando una certa profondità al tutto, riflessa anche sui testi, i quali si focalizzano su temi filosofici, religiosi e relativi all'esistenza umana.

Non ci troviamo tuttavia di fronte a mancanza di originalità: ciascuna delle sette tracce gode di una propria personalità, rendendosi distinguibile anche al primo ascolto. Non mancano inoltre soluzioni più inaspettate, come il finale orientaleggiante di "I, The Redeemer" e l'assolo dal sapore classico in "Niehodowalny", dominata da ritmi serratissimi e violenti stop 'n' go. Da citare anche la conclusiva "I Took The Fate In My Hands", probabilmente l'apice compositivo di un album che comunque mostra una qualità media degna di nota.

Prova superata a pieni voti, quindi, per il duo di Mińsk Mazowiecki, che nei quattro mesi e spiccioli intercorsi tra "Qualia" e "Gates No Longer Shut" è riuscito a evolversi in maniera sostanziale, mantenendo i punti di forza del primo ambizioso lavoro e rendendoli più concreti e focalizzati.