Mizmor - Prosaic | Aristocrazia Webzine

MIZMOR – Prosaic

Gruppo: Mizmor
Titolo: Prosaic
Anno: 2023
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Profound Lore Records
Contatti: Sito web  Facebook  Bandcamp  Instagram  Spotify
TRACKLIST

  1. Only An Expanse
  2. No Place To Arrive
  3. Anything But
  4. Acceptance
DURATA: 46:15

Un percorso interiore è fatto di tappe, traguardi, stati d’animo diversi. Lo stesso vale per un percorso artistico, e in certi casi queste due cose arrivano a coincidere. Che Mizmor sia entrato in una nuova fase della sua esistenza lo si può intuire già dalla copertina di Prosaic, primo lavoro sotto l’ala di Profound Lore: niente più dipinti surreali, figure incappucciate e disperazione latente, ma una scena bucolica, una rappresentazione di una vita semplice, quantomeno nella pratica, tralasciando i problemi che stringono l’esistenza in una morsa senza fine.

Prosaic è, per la prima volta nella carriera di A.L.N., un disco che non ha nulla a che vedere con la religione e — tutto sommato — neanche con la filosofia, considerando la fortissima connotazione personale e teologica dei lavori fino a Cairn e la teoria del Grande Filtro nell’ultimo Wit’s End. Al contrario, Prosaic è un’opera più terrena, senza troppe infrastrutture o riflessioni particolarmente elevate: lo stesso A.L.N. ce l’ha spiegato molto meglio di quanto possa mai fare io, riversando al suo interno in maniera più spontanea possibile depressione, ansie e paure, sensazioni tangibili e legate alla vita di tutti i giorni.

Per una questione di completezza, un cenno alle quattro tematiche delle altrettante tracce è comunque doveroso. In linea di massima si tratta, come scritto prima, di uno spaccato di vita che analizza le angosce di ciascuno di noi: le preoccupazioni eccessive riguardo il passato e il futuro, spesso inutili e deleterie, a causa delle quali non riusciamo a fermarci, fare un respiro profondo e apprezzare i singoli momenti (“Only An Expanse”); momenti dai quali però vorremmo comunque fuggire, spegnendo il cervello e cercando di evitare la sofferenza (“Anything But”). “No Place To Arrive” è invece una riflessione sulla futilità della ricerca di un futuro utopico, dello sforzo eccessivo in funzione di una situazione di benessere irrealistica, mentre con “Acceptance” A.L.N. va più sul personale, parlando di depressione cronica e della necessità di scendere a patti con essa per non esserne sopraffatti quando arriverà l’ennesima ondata. Alla luce di tutto ciò, Prosaic ha un che di meditativo che ci sprona a vivere la vita in una maniera più semplice, tenendo in conto che esiste la sofferenza ma che si può raggiungere un equilibrio in cui questa è tollerabile.

E la musica? Beh, come al solito con Mizmor, anche quella è catartica. Decisamente più concreta rispetto al passato più recente, ritorna l’ottima commistione di doom e black metal, qui condensata in appena quarantasei minuti di blast beat in mid-tempo, arpeggioni malinconici, momenti dai toni quasi funeral doom e le immancabili urla lancinanti. Dietro Prosaic c’è un approccio meno severo nell’esecuzione, e in un certo senso si sente: le quattro canzoni scorrono con una certa facilità rispetto al passato, nonostante siano comunque lunghe, pesanti e probabilmente non adatte all’ascoltatore occasionale.

La vita è pesante e difficile, l’esistenza è assurda, piena di contraddizioni e si fatica a trovarne il senso: credo che molti tra noi abbiano provato certe sensazioni e sicuramente le ha provate Mizmor. Da Portland, però, ci dicono di prenderla con filosofia, accettandola senza per forza ostentare l’ottimismo di Tonino Guerra: chissà, magari vale la pena provarci.