MONOLITHE – Nebula Septem | Aristocrazia Webzine

MONOLITHE – Nebula Septem

Gruppo: Monolithe
Titolo: Nebula Septem
Anno: 2018
Provenienza: Francia
Etichetta: Les Acteurs De L’Ombre Productions
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TRACKLIST

  1. Anechoic Aberration
  2. Burst In The Event Horizon
  3. Coil Shaped Volutions
  4. Delta Scuti
  5. Engineering The Rip
  6. Fathom The Deep
  7. Gravity Flood
DURATA: 49:00

Tolta la battuta d’arresto subita tra il 2005 e il 2012, che li ha visti pubblicare solo due EP in tutto quel lasso di tempo, i Monolithe sono sempre stati prolifici alfieri del doom metal: Nebula Septem, come suggerisce il nome, è il settimo album in studio e il quinto in soli sei anni, il primo per LADLO, dopo una lunga permanenza in casa Debemur Morti. Per quanto gradualmente abbandonate le sonorità funeral degli esordi, soprattutto una volta conclusa la tetralogia omonima Monolithe, il gruppo capitanato dal compositore e polistrumentista Sylvain Bégot mantiene alto il grado di interesse anche in questa seconda veste, fatta di articolate costruzioni death-doom dalla forte vena melodica.

Questo nuovo disco viene sviluppato partendo da una serie di spunti quantomeno peculiari, tutti facenti capo alla simbologia collegata al numero sette, appunto. Sette sono i musicisti coinvolti nella band, sette sono le canzoni contenute nel disco, sette sono i minuti di durata di ciascuna, sette (e ordinate) le lettere dell’alfabeto con cui inizia il titolo di ciascun brano, sette le note musicali. Per rendere il tutto più difficile e non farsi mancare niente, ogni traccia è anche scritta in una nota differente.

Per quanto bizzarre le premesse, il risultato finale funziona molto bene e Nebula Septem si dispiega lungo binari sempre differenti, con le sue canzoni che non seguono mai una strada precisa e che, anzi, è quasi improprio definire canzoni in senso stretto, visto che non esistono strofe, ritornelli o ponti, ma solo un intenso fluire di chitarrone, tastiere e batteria sormontato da growl, la maggior parte delle volte, e qualche campionamento vocale qua e là (“Delta Scuti”).

Messi da parte gli umori più funerei e (appunto) monolitici, il gruppo parigino si è dato all’esplorazione di nuove strade e la scrittura di Bégot mette in mostra una notevole capacità di sintesi death-doom, per certi versi avvicinando l’evoluzione del Nostro a quella di Forest Of Shadows. Il retaggio funeral fa chiaramente parte del sound dei Monolithe, ma Nebula Septem non è un disco claustrofobico, minimale o monotono, come vorrebbe il genere; offre una varietà nettamente superiore alla media, su cui il compositore transalpino sviluppa tutta una serie di storie fantascientifiche «principalmente incentrate sulla vita extraterrestre».

Un album solido e al tempo stesso impegnativo, ulteriore prova di una band ormai affermata all’interno del suo sottobosco.