MOON – Lucifer’s Horns
I Moon erano e sono il progetto collaterale di Cezar dei Christ Agony. Al tempo dei primi due album, rilasciati negli Novanta, tale realtà vide partecipare uno degli elementi portanti della scena polacca e ahimè scomparso prematuramente, parlo di Doc, il batterista e storico membro dei Vader. La creatura venne poi ibernata per una decina d'anni e dopo l'uscita di una raccolta intitolata "Devil's Return" a riesumarne l'operato, ecco che torna in vita con un nuovo disco: "Lucifer's Horns".
Chi si attendesse un percorso innovativo o alternativo sarebbe già di partenza fuori strada, le undici tracce infatti sono ortodosse più che mai e inclini al 100% alla scuola e fede metallica polacca. Le incursioni death metal con tanto di blast beat, le divagazioni thrash e l'uso della melodia sono armi che la band sa sfruttare a dovere. Di certo le composizioni riportano alla mente inevitabilmente influssi dei Christ Agony, richiamano in maniera netta più volte gli stessi Vader e un'altra realtà connazionale come i Behemoth: in pratica è una partita che si gioca tutta in casa propria.
Il lavoro soffre di una omogeneità di intento che non fa spiccare più di tanto i brani e li appiattisce, sono infatti sottili le differenze che fanno pendere il giudizio su uno piuttosto che l'altro. Per quanto riguarda chi scrive, "Torches Begin To Burn" è l'episodio da tenere in considerazione come vetrina del sound Moon, mentre "Confined In Heaven" si fa notare per gli accenni sinfonici e il bell'assolo melodico che danno il via a un cambio netto di tempo per la parte finale. "The Book Of Fire" è invece ricollegabile alla prima citata, mostrando una forte propensione all'emanazione di groove, è solo condita maggiormente dal punto di vista atmosferico.
Il fulmicotone viene sfiorato volutamente negli assalti a titolo "Night Of The Serpent" e "Czarny Horyzont", tesi univocamente ad affondare l'ascoltatore sotto i colpi di una batteria; "The Semen Of Ye Old One" e "Summoning Of Demons" si pongono diversamente, con una concezione di fondo ritualistica affine ai lavori di Nergal e soci. Sono infine trascurabili sia l'intro "Summoning Of Natan" che "Lucifer's Horns", canzone d'impatto tuttavia alquanto insipida nel risultato; e allora non rimane che parlare della traccia bonus "Daemons Heart", ripescata dal parto del 1997 e che sa di scolastico ripasso, nulla togliendo o aggiungendo al valore più che discreto di questo disco.
"Lucifer's Horns" è un carro armato da prendere per come viene, il fatto che manchino quei due o tre pezzi che realmente siano in grado di esaltare il complesso ne limita però le potenzialità indubbie. Ciò è un peccato, perché non manca di certo l'esperienza a gente come Cezar e i musicisti di cui si è contorniato, artisti che hanno militato e militano in formazioni di prim'ordine quali Deivos, Soul Snatcher e Squash Bowels, nonché partecipanti o ex della sua band d'origine. Si poteva e forse doveva pretendere di più da questo ritorno, resta il fatto che se uno avesse bisogno di una scarica di violenza arrembante, i Moon potrebbero offrirla su un piatto d'argento, poca cosa, tuttavia dovrebbe, o per meglio dire potrebbe, bastare.