MORBID ANGEL – Altars Of Madness | Aristocrazia Webzine

MORBID ANGEL – Altars Of Madness

 
Gruppo: Morbid Angel
Titolo: Altars Of Madness
Anno: 1989
Provenienza: U.S.A.
Etichetta: Earache Records
Contatti:

Sito web  Facebook  Twitter  Reverbnation

 
TRACKLIST

  1. Immortal Rites
  2. Suffocation
  3. Visions From The Dark Side
  4. Maze Of Torment
  5. Chapel Of Ghouls
  6. Bleed For The Devil
  7. Damnation
  8. Blasphemy
  9. Evil Spells
DURATA: 35:09
 

Ci sono alcuni ingredienti obbligatori per sfornare un grande album: Tampa (in Florida), gli anni '80, i Morrisound Studios, quattro ragazzi al loro debutto, la Earache Records. Il risultato? "Altar Of Madness" dei Morbid Angel! Ci troviamo davanti a una vera e propria pietra miliare del Death Metal, in cui sono ancora ben percepibili alcune sonorità tipicamente thrash, che negli album successivi andranno via via scemando, fino a scomparire del tutto.

L'album si apre con "Immortal Rites" ("Riti Immortali"). Siamo immediatamente catturati dal riff iniziale sparato al contrario che ci proietta nel mondo di follia dei Morbid Angel. La preparazione tecnica della band è altissima: su tutti spicca il lavoro del batterista Pete Sandoval, che canzone dopo canzone ci regalerà sparate di doppia cassa e un ottimo lavoro ritmico mai scontato o monotono. Alle chitarre Brunelle e Azagthoth lanciano assoli che mischiano il giusto grado di rumorismo e tecnica. Azagthoth non sembra ancora arrivato ai livelli di maestria che sfoggerà nei lavori successivi, non per quanto riguarda la parte tecnica, ma per quella sequenza di scale malate che saranno il suo marchio di fabbrica: impossibile non distinguere immediatamente gli assoli distorti e folli di questo chitarrista. Nella canzone iniziale si sente l'utilizzo azzeccato del guitar-synth, che dona un tocco inquietante e infernale al pezzo. David Vincent, oltre a supportare il suono delle chitarre più che egregiamente col suo basso, dà sfoggio di una voce roca e gracchiante che — a mio avviso — rappresenta il perfetto stile da utilizzare su questo lavoro. In seguito invece si orienterà verso un growl più cupo, che poi utilizzerà in tutti gli album successivi fino alla sua dipartita dalla band.

I pezzi sono tutti validi, ma alcuni spiccano, in particolare "Chapel Of Ghouls" ("Cappella Dei Ghouls") e "Blasphemy" ("Blasfemia"), che verranno coverizzati più volte da altre band che rendono tributo all'Angelo Morboso; basti ricordare gli australiani The Berzerker che portano live "Chapel Of Ghouls" in molti concerti! Come si può immaginare, i testi sono incentrati su un feroce anticristianesimo e sono quasi interamente scritti da Azagthoth (che è anche il compositore delle musiche), che talvolta si avvale dell'aiuto di David Vincent.

In definitiva, non resta che acquistare questo gioiello nero! Chi non lo ha ancora fatto non sa cosa si perde!