Morbid Winds - The Black Corridors Of The Abyssal Depths Of Existence Opened Their Gates

MORBID WINDS – The Black Corridors Of The Abyssal Depths Of Existence Opened Their Gates

Gruppo: Morbid Winds
Titolo: The Black Corridors Of The Abyssal Depths Of Existence Opened Their Gates
Anno: 2021
Provenienza: Polonia
Etichetta: Morbid Chapel Records
Contatti: Bandcamp
TRACKLIST

  1. The Black Corridors Of The Abyssal Depths Of Existence Opened Their Gates
DURATA: 33:44

Viene da quel di Poznań l’ultima esalazione mortifera del sottobosco black polacco. Tra le recenti uscite di Morbid Chapel Records rientrano i Morbid Winds, che dopo un paio di demo decidono di calare l’asso nella forma di un album dal titolo e dalla forma audaci: The Black Corridors Of The Abyssal Depths Of Existence Opened Their Gates è infatti un disco monotraccia da ben 33 minuti, con un artwork che potrebbe rappresentare ognuno di noi mentre scende a prendere la pizza in pieno lockdown, dopo interminabili giornate chiuso in casa.

Va da sé che la capacità di mantenere alta la soglia dell’attenzione è l’aspetto che determina più di tutti la riuscita di un lavoro del genere, specialmente se si parla di black metal becero, non-proprio-raw-ma-quasi, in cui la perizia tecnica non è certo il fiore all’occhiello del trio. I primi minuti di Black Corridors… sono una dichiarazione d’amore spudorata ai Darkthrone di Panzerfaust e, in generale, per tutta la durata si respira un’aria squisitamente novantiana, produzione da cantina inclusa.

Ammetto che qualche volta, inoltrati nella seconda metà del brano, l’occhio cade sul minutaggio che sembra protrarsi all’infinito: i Nostri riescono però nella maggior parte dei casi a smorzare questa sensazione e difficilmente ci si annoia, tra la voce gutturale di Cryptic Lust che sembra in bilico tra il serio e il faceto, cambi di tempo che danno un twist nei momenti giusti e, a tratti, anche delle tastiere che rendono il tutto un po’ meno grezzone e un po’ più epico.

Insomma, il debutto dei Morbid Winds sembra il classico disco senza particolari pretese, e forse realizzato con uno spirito quasi goliardico: un’opera divertente il giusto, a meno che suoni del genere non ti facciano proprio schifo. E se ti stai chiedendo perché ostinarsi nel 2021 a pubblicare qualcosa con i peggio suoni di trent’anni fa, la mia risposta è sempre la stessa: perché no?