MORGUE – Lowest Depths Of Misery
Nel loro essere assolutamente sconosciuti ai più, i francesi Morgue sono in realtà una formazione di lungo corso, che quest’anno spegne addirittura venticinque candeline. Lowest Depths Of Misery arriva alla fine del 2022 sotto l’egida di Godz Ov War, e porta diverse novità rispetto al passato per il gruppo occitano.
In prima battuta salta all’occhio la copertina del sempreverde Paolo Girardi, in netto distacco dall’immaginario che aveva caratterizzato i Morgue in precedenza. Dall’estetica molto più vicina al grindcore che il gruppo aveva quasi sempre scelto per le proprie pubblicazioni precedenti, Lowest Depths Of Misery si sposta invece su coordinate più putrefatte e old school (che oggi nell’ambiente tirano decisamente di più). Altra novità, stavolta contenutistica, è legata alla formazione che ha registrato il disco: i francesi hanno sempre sofferto di grande instabilità interna, con il solo Max Lobier a fare da traino per tutti questi anni occupandosi di voci, chitarra, basso e batteria a seconda delle circostanze e delle necessità. Oggi i Morgue sono soltanto due, con il bassista Jérôme Blandino accanto a Lobier, che solo poi ho scoperto essere nientemeno che i Corrupter, aggiungendo un po’ di pepe giusto con la presenza di uno sconosciuto cantante ospite su qualche traccia.
A non essere cambiata di una virgola, invece, è la musica dei Morgue. Sempre affilatissima, violentissima, incazzatissima, la miscela di death e grind dei nostri funziona senza riserve. Dal sound moderno e tagliente, che strizza in più di un’occasione l’occhio agli Anaal Nathrakh per quanto riguarda bestialità e ritmi perennemente altissimi, il lavoro dei francesi convince sotto tutti i punti di vista e lo fa anche con una discreta personalità. La maggior parte dei nomi che si possono accostare ai Nostri in realtà con il death metal francese non ha nulla a che vedere, né con la tipica proposta di Godz Ov War, perché sono il grind e il d-beat svedese — dai Disfear ai Resonance Cascade — a fare capolino con insistenza nel sound del duo, e se fosse ancora attiva oggi direi che la tedesca Wooaaargh avrebbe potuto essere una casa perfetta per loro, ma poco importa. Quello che conta è che i Morgue lanciano riff come mattoni e non danno un attimo di tregua, e ci piace così.