MORTIS DEI – Salvation Never Comes
Gruppo: | Mortis Dei |
Titolo: | Salvation Never Comes |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Polonia |
Etichetta: | Metal Scrap Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 31:42 |
Cinque lunghi anni sono trascorsi dal primo incontro fra Aristocrazia e i polacchi Mortis Dei. Cinque lunghi anni in cui la formazione ha lavorato all'uscita del successore di "Last Failure" intitolato "Salvation Never Comes". La sorte sembra aver voluto dare una mano alla compagine in questione, che vede finalmente un album targato con il proprio nome supportato da un'etichetta: l'occasione è infatti stata colta dall'ucraina Metal Scrap Record di Anatoliy Kondyuk.
Il death metal proposto è ancora una volta crudo e ferale, ma ha mantenuto quelle aperture melodiche e atmosferiche che ne diversificano l'incedere. Le influenze riscontrabili al suo interno sono varie: giungono dalla scena americana-canadese di Morbid Angel, Deicide, Death e Quo Vadis quanto da quella nazionale (Vader e Decapitated), da quella scandinava dei soliti noti e da quella olandese di God Dethroned e in parte Pestilence.
Il risultato ottenuto da questa larga intesa è una serie di brani vigorosi, prestanti, tuttavia elaborati in modo tale che la loro esecuzione porti a galla le capacità tecniche e compositive. Il riffato dinamico della coppia di chitarristi formata da Miroslaw Harenda e Bartosz Gawronski dimostra quanto l'assetto roccioso dell'accoppiata basso-batteria — il primo opera di Grzegorz Zaremba (unico membro fondatore attivo), la seconda impostata da Maciej Urbaniak — sia disposto a vivacizzarsi in maniera repentina, favorendo la mutazione in corsa del pezzo, mentre il cantato del rientrante Lukasz Kobusinski — in passato autore delle parti vocali nei demo "Landscapes" (1997), "Wrath Eruption" (2001) e nel debutto "The Loveful Act Of Creation" (2003) — non fa rimpiangere il buonissimo lavoro svolto nel precedente disco da Miroslav, ponendosi in maniera scura e brutale sulle tracce.
A "Salvation Never Comes" si potrebbe imputare il fatto che, basandosi su un tipo di mistura ormai sin troppo ascoltata e derivativa, possa correre il rischio di perdere colpi dopo pochi giri nel lettore. Ciò potrebbe accadere, se non fosse che a salvarlo giunge proprio la più che discreta qualità complessiva dell'opera. In scaletta infatti non si registra né la presenza di brani capolavoro né quella di pezzi che varrebbe la pena saltare, regalandoci così dall'introduttiva "Origin" alla conclusiva "The Way To The Light" poco più di mezzora di piacevolissimo e cattivo death metal.
Alla fine della fiera i Morts Dei possono offrire questo: la conferma di essere una band in grado di realizzare dischi aggressivi ed emotivi. Se ciò dovesse bastare per attirare la vostra attenzione, non dovreste negare un passaggio nello stereo a "Salvation Never Comes".