MY BABY – Prehistoric Rhythm
I My Baby sono stati una sorpresa sotto ogni aspetto: prima di tutto, perché me li sono ritrovati nella lista di album da recensire apparentemente senza un motivo ben preciso. Non solo, dopo aver letto le informazioni allegate, non sapevo nemmeno cosa aspettarmi da loro. Infine, a seguito del primo ascolto, ho dovuto subito iniziare il secondo, per capire cosa avessi tra le mani.
“Prehistoric Rhythm” non è sicuramente un disco che ci si aspetta di trovare su Aristocrazia, ma è anche vero che la buona musica è sempre ben accetta sulle nostre pagine. Il viaggio sonoro che abbiamo intrapreso questa volta ha come meta una discoteca sciamanica o — se preferite — un rituale Disco-EDM; in altre parole, l’album si fonda su un parallelo tra i riti tribali e i moderni rave, la cui caratteristica comune è costituita dalla massa di persone che si riunisce per celebrare su ritmi che inducono alla danza collettiva.
Passato molto remoto (addirittura preistorico) e presente si uniscono ancora una volta per creare una colonna sonora ipnotica e ballabile, che racchiude elementi di svariati generi ed epoche; basti pensare che per registrare i pezzi è stato utilizzato un Ampex a quattro tracce direttamente dagli anni Cinquanta, in modo da slegare l’opera dai nostri tempi e dare la sensazione di attraversare diversi periodi storici.
Per rafforzare il concetto di viaggio nel tempo, i My Baby prendono spunto da una vasta gamma di stili che si alternano e si uniscono nei tredici brani del disco; è un calderone in cui il Soul — presente principalmente nella vocalità nera di Cato Van Dijck — si unisce alle ritmiche spesso di stampo Dance fornite dal basso profondo della stessa Cato e dalla batteria del fratello Sheik, mentre la chitarra cangiante del neozelandese Daniel “daFreez” Johnston si tinge di Rock psichedelico, Funk, Blues e chi più ne ha più ne metta. Tanti elementi, in gran parte derivati da stili che hanno avuto il proprio picco parecchi anni fa, a cui viene aggiunto un tocco elettronico talvolta più moderno.
L’ambientazione da discoteca sciamanica si palesa proprio dall’unione di effettistica e suoni lisergici con i ritmi trascinanti di brani come “Electrified”, “Ancient Tribe” e “Sunflower Sutra”, mentre pezzi quali “Same Wave” e “Moon Shower” rallentano il passo e offrono momenti di relax. C’è spazio anche per frangenti atmosferici con le due parti di “Haunt Me” e per altri più spensierati in “Sunroof Diesel Blues”. La scaletta viene ulteriormente variegata dal violino che appare in particolare su “Love Dance” e “Cosmic Radio”, dal banjo di “Electrified” oppure dalle percussioni tribali che aprono “Luminate” e “Ancient Tribe”; la presenza elettronica, inoltre, si manifesta abbracciando diversi stili, partendo dalla House fino a sfiorare la Dubstep in — ancora una volta — “Ancient Tribe”. A completare il quadro troviamo, infine, richiami ad altri generi sparsi qua e là, ad esempio R&B e Dub; giusto per non farci mancare niente.
Pur inglobando suoni a cui non siamo abituati da queste parti, l’orecchiabilità e la particolarità della proposta dei My Baby sono due validi motivi per cui “Prehistoric Rhythm” potrebbe facilmente essere apprezzato da chiunque non disdegni un buon disco fondamentalmente Pop, che non soffra dei problemi della musica commerciale odierna, rifacendosi ai bei tempi andati. Mettete da parte blast beat e urla disumane, e buttatevi nei balli sciamanici offerti dal trio olandese.