NAAM / WHITE HILLS / BLACK RAINBOWS / THE FLYING EYES – Split
Gruppo: | Naam / White Hills / Black Rainbows / The Flying Eyes |
Titolo: | Split |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | U.S.A. / Italia |
Etichetta: | Heavy Psych Sounds |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 50:18 |
Gli split sono difficili da recensire: capita spesso di trovarsi dinanzi ad abbinamenti poco riusciti o di ascoltare materiale non interessante, ma è altrettanto vero che di tanto in tanto vengono fuori anche uscite che si guadagnano il posto nel lettore grazie alla cura con la quale sono state realizzate. Fra loro rientra questa opera rilasciata dalla Heavy Psych Sounds.
L'etichetta nostrana ha partorito un lavoro all'interno del quale sono state coinvolte ben quattro realtà del panorama stoner psichedelico: Naam, White Hills, Black Rainbows e The Flyings Eyes si cimentano in sette pezzi, per una durata complessiva di poco superiore ai cinquanta minuti, e ci danno in pasto sia brani inediti che versioni alternative e rinnovate ("Skycraper" e "They've God Blood… Like You've Got Blood") di episodi già rilasciati in antecedenza.
La sezione iniziale del disco è votata a un vagare spaziale-psichedelico, un volteggiare liberi per il cosmo grazie alla prova dei Naam in apertura con "Skycraper" (la cui versione originale è contenuta all'interno del secondo album intitolato "Vow") e "Thickening Web", così come coi loro connazionali White Hills, autori di "They've Got Blood… Like You've Got Blood". Le atmosfere sono dilatate, le melodie avvolgenti, le linee di basso morbide e seducenti e i suoni infettati da sensazioni ipnotiche. Le tre lunghe tracce risultano essere piacevolmente assuefacenti.
A metà scaletta tocca quindi alla formazione dei Black Rainbows fornire un vero e proprio cambio di passo, innestando sin da subito una marcia differente. Già delle prime vibrazioni trasmesse, "Viper Toungue" è evidentemente più acida e aggressiva, ricorda in più di una circostanza lo stile di Scott Hill e dei suoi Fu Manchu, ma con quella vena da trip, ormai immancabile nel suono dei capitolini, sempre ben presente e pulsante. Quest'ultima prende il largo nella successiva strumentale "Minor Monster Galaxy Message", all'interno della quale gli echi spaziali e le onde psichedeliche riacquistano una maggior consistenza, conferendole un effetto dondolo affascinante.
Si giunge al termine con l'ingresso in scena del terzo gruppo oltreoceanico: i The Flying Eyes calano il sipario con il serpeggiare blues di "Golden Grey", "Evil Little Leslie" che sa di Dead Meadow e un'attitudine allucinata ed errante decisamente più spiccata del solito.
Questo split si è rivelato un intrigante e ben realizzato viaggio musicale che rivolge il suo personale invito agli appassionati del genere. Non rimane quindi che lasciarsi trasportare dalle emissioni sonore propagatesi nell'etere e il gioco è fatto.