NACHTVORST – Silence | Aristocrazia Webzine

NACHTVORST – Silence

 
Gruppo: Nachtvorst
Titolo: Silence
Anno: 2012
Provenienza: Olanda
Etichetta: Code666 Records
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TRACKLIST

  1. The Serpent's Tongue
  2. After…
  3. Nightwinds
  4. Gentle Notice Of A Final Breath
  5. …Before
  6. A Way Of Silence
DURATA: 52:19
 

Secondo album per gli olandesi Nachtvorst, formazione accasata su Code666, etichetta da sempre garanzia di qualità e ricercatezza sonora. Non per nulla infatti la band è presentata come «experimental black metal duo», nonostante l'apertura "The Serpent's Tongue" ci conduca su lidi sonori differenti.

I primi undici minuti e mezzo sono composti da un doom metal massiccio che a lungo andare si carica di tensione, rinvigorito dal growl dai toni medi di Erghal, da inserimenti di piano e dal palesarsi di una melodia prima accennata, poi maggiormente presente. Il semplice ma toccante intermezzo pianistico arricchito dall'uso della tastiera di "After" ci guida verso l'incalzante "Nightwinds", che per tutta la prima parte si muove leggermente sghemba, più diretta, veloce e tagliente, grazie all'uso questa volta dello scream. Col passare dei minuti però l'aura doom torna preponderante, arricchita da elementi drone e addirittura per qualche istante si potrebbe parlare di legger(issim)a psichedelia. La voglia di sperimentare e utilizzare una tavolozza ricca di elementi disparati è ulteriormente messa in luce in "Gentle Notice Of A Final Breath", dove un basso in evidenza prende il comando di una scena minimale che via via si fa più sofferta, così come il lancinante scream di Erghal, mentre Leopold (che si è occupato dell'intera strumentazione, oltre che della produzione, del mix e della masterizzazione) esplora il lato intimo e depressive dei Nachtvorst fino allo shoegaze, non senza esplosioni di disperazione e malessere.

Volendo evitare una noiosa descrizione traccia per traccia e di essere prolisso, mi limiterò ad aggiungere che i campionamenti ambientali che troverete nel disco sono tutti stati catturati dal vivo dai due musicisti. Inoltre nella conclusiva "A Way Of Silence" Erghal si destreggia con la voce pulita, pur con risultati non particolarmente entusiasmanti né originali, dato l'approccio troppo legato allo shoegaze-post rock di moda oggi.

In conlusione, "Silence" è un disco sfaccettato, ricco, non immediato, che non si pone limiti, preferendo mettersi al servizio di una certa emotività. Non è quindi tanto importante parlare di doom o black metal, quanto poter essere sulla stessa lunghezza d'onda (assai variabile invero) dei musicisti. Chi riuscirà a impostarvisi, troverà questi cinquantadue minuti piuttosto piacevoli, per tutti gli altri saranno troppo poco black o non totalmente doom.