NECRITE – Sic Transit Gloria Mundi
C'hanno messo un po' a carburare gli statunitensi Necrite, una bella sequela di demo, ben cinque, prima di dare alle stampe l'album di debutto "Sic Transit Gloria Mundi".
Non mi ha mai convinto troppo il black americano ad esclusione di quello violentemente supportato da basi orientate al death o influenzato da correnti avanguardistiche, mentre quello marcescente e brutalmente raw mi ha quasi sempre annoiato. La band in questione s'ispira ai Leviathan, secondo alcuni maghi dell'atmosfera, per il sottoscritto uno degli incontri che non mi hanno sconvolto la vita, mi ero quindi approcciato con il pensiero di trovarmi cinque tracce dei soliti cloni senza nulla da dire.
Non c'è dubbio che i Necrite attingano notevolmente dal passato compositivo di Wrest, è anche vero però che ho trovato un coinvolgimento più netto e intrigante rispetto alle produzioni dello stesso, soprattutto il comparto ambientale dedito a oscurare e rendere ammorbante l'aria esalando odio a ripetizione sia per me superiore e decisamente più interessante.
Settanta minuti di musica che qualunque sia il vostro tentativo d'approccio vi condurrà come e dove vuole lei, claustrofobica e insaziabilmente vorace d'animo umano, vi metterà all'angolo lasciandovi macerare assaliti da stati depressivi sempre più ossessionanti.
Se c'è un fattore amalgama che tiene in piedi il disco pare proprio sia questa sensazione devastante d'angoscia che percuote ripetutamente l'ascoltatore canzone dopo canzone, un putridume che si estende a dismisura data anche la lunghezza di ogni singola traccia che, in particolare nella canzone eponima, ne espone ventisette minuti degni di una sequenza di angeliche bestemmie intonate da un detenuto pronto ad affrontare il patibolo e il fatale colpo di grazia.
Le urla strazianti e perpetuate di Täkeskyggen lacerano le carni, la batteria di Malick è un motore che costantemente cambia regime di marcia e, avvalorati da una produzione che si addice alla musica meticolosamente bastarda nell'infierire procurando spiacevoli sensazioni, riescono a centrare l'obbiettivo, portare all'assuefazione da cattiveria.
L'unico dei cinque episodi che vira totalmente è la conclusiva "Worship The Sunn ((O))", dichiarazione di supporto e passione per il drone del gruppo di Seattle. È questa la corrente musicale che fra frequenze disturbate, noise e ridondanze porta a conclusione la malevola operazione denominata "Sic Transit Gloria Mundi".
Non è assolutamente un album per tutti, è un'uscita difficile da digerire, malsana e abrasiva, che troverà consensi per lo più nella minuta schiera di sostenitori del filone. Una possibilità ai Necrite non la si dovrebbe però negare, potreste venire a contatto con un virus che, alterando il vostro stato mentale, potrebbe causarvi dei piacevoli danni. Un vecchio spot ripeteva il motto provare per credere, quindi a voi la scelta.