NEPHILIM’S HOWL – Through The Marrow Of Human Suffering
I Nephilim's Howl non arrivano dalla terra di Canaan e con tutta probabilità non sono nemmeno giganti, ma fanno base ad Ähtäri, sperduta cittadina finlandese che conta un pugno di abitanti. L'isolamento geografico non ha impedito (o, forse, ha fatto sì) che tre loschi figuri si incontrassero e condividessero il proprio amore per il male, partorendo un debutto assoluto già pronto per essere confezionato e pubblicato dalle parti di I, Voidhanger.
"Through The Marrow Of Human Suffering", come è lecito aspettarsi da un disco che porta l'effige dell'etichetta palermitana, è difficilmente inquadrabile in un unico genere: sicuramente la matrice originale è il black metal, ma altrettanto sicuramente il doom la fa da padrone quanto a tempi e umori. La voce, soprattutto, raramente è sporcata: sono poche le urla e gli sbraitamenti e per cantare i (lunghi) testi dei (lunghi) brani è stata scelta un'impostazione più settantiana, quasi da rock occulto, da messa nera.
Il risultato è decisamente piacevole: il disco non sale spesso di giri, tuttavia in quei frangenti lo fa bene e crea un ottimo contrasto tra voce e suoni, mentre nei momenti più compassati, quelli più frequenti, riesce a schivare abilmente il pericolo di incastrarsi nelle banalità del black metal depressivo, grazie a qualche giusta intuizione qua e là. Anziché puntare tutto su riff zanzarosi e circolari, i Nephilim's Howl danno l'impressione di aver studiato a fondo gli Oranssi Pazuzu e, togliendone tutte le sovrastrutture acide e psichedeliche, sono riusciti ad amalgamare dissonanze ed effetti insieme alle più classiche strutture black.
È così spiegata la sensazione di trovarsi davanti a un gruppo black metal che fino a ieri era un'altra band e suonava in apertura ai Blood Ceremony o Jex Thoth. Ok, sto palesemente esagerando, ma è per rendere l'idea. Il risultato finale è affascinante e piacerà a chi ascolta black metal, a chi ascolta doom, a chi ascolta depressive. In generale, a chi ascolta cose buie.
In effetti non è male, lo sto giusto ascoltando.