NEVERWORLD – Visions Of Another World
Gruppo: | Neverworld |
Titolo: | Visions Of Another World |
Anno: | 2014 |
Provenienza: | Inghilterra |
Etichetta: | Dream Demon Recordings |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 58:46 |
Ascoltando i Neverworld mi sembra di essere tornato a una quindicina di anni fa. Dovete sapere che, all'epoca, nell'underground di Palermo giravano diversi gruppi Power Metal che cercavano di farsi strada. Tra tutti solo i Thy Majestie riuscirono a spuntarla (per poi perdersi dopo "Jeanne D'Arc" per scelte ben poco oculate), ma tra gli altri come non ricordare gli Holy Knights o gli Irencross? Ebbene, gli inglesi Neverworld sembrano aver compiuto un viaggio nel tempo per apparire in ritardo all'appuntamento, con un disco che sa di quel mix di Power-Prog tanto obsoleto quanto inutilmente complesso.
Non voglio risultare troppo severo nel non notare soluzioni melodiche piacevoli, a volte perfino coadiuvate dal cantato femminile di Christina Gajny (come nella decisamente troppo lunga "Blood And Romance"), eppure la sensazione che traspare dall'oretta scarsa del disco è quella di confusione e approssimazione. Per quanto i cinque artisti della Regina si sforzino di mescolare una voce ben più profonda e dura del solito Power (a ricordare quasi i Seven Thorns), alcuni passaggi di tastiere casuali, oltre a vaghi arpeggi lanciati nel mezzo del nulla, l'effetto finale dell'ascolto non procura né un grande interesse verso il prodotto né verso le potenziali capacità del gruppo. Sia chiaro, "Visions Of Another World" è l'album di debutto dei Neveworld, quindi sarebbe ingiusto aspettarsi un capolavoro, ma quello che manca sono proprio le basi per strutturare delle tracce interessanti. Si intravedono soluzioni interessanti in "Ghost" o in "Eminent Reprisal" (l'unico vero momento degno di tutto il disco), tuttavia l'ascolto generale del disco rischia di stancare da subito per la ridondanza delle linee musicali.
Non nego che il problema di fondo potrebbe essere la volontà di ricercare composizione più raffinate e complesse: questo però finisce nel dare combinazioni inutilmente arzigogolate che rendono l'esperienza di "Visions Of Another World" troppo monotona e priva di mordente. Davvero, sarebbe bastato non osare tanto, non spingersi così oltre senza avere delle idee chiare su come amalgamare per bene tutte le parti (in certi frangenti ci sono davvero troppe urla a caso). La stessa "This Fire", otto minuti di brano — durata media di quasi ogni traccia dell'album — avrebbe potuto essere divisa in due diversi brani senza troppi problemi, ottenendo un effetto decisamente meno stancante. Anche la qualità dell'audio non partecipa a migliorare l'esperienza e, dopo diversi ascolti del disco, sono ancora indeciso se sperare che i Neverworld trovino una loro dimensione, o se invece sia il caso che evitino proprio di continuare, quantomeno per non finire nell'oblio più totale come è successo con tutti quei gruppetti palermitani citati all'inizio.