NIL MISERANS – Nil Miserans
Gruppo: | Nil Miserans |
Titolo: | Nil Miserans |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Belgio |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 29:42 |
L'antica Grecia, qualcosa come venticinque secoli dopo la sua nascita, è ancora in grado di destare interesse e fascinazione, oltre alle bestemmie di tanti studenti del liceo classico. Le vittime di questo incantesimo stavolta arrivano dal Belgio, dalla piccola Bruges, nel cuore delle Fiandre, e portano il nome di Nil Miserans: se le mie preistoriche nozioni non mi ingannano, «nulla di cui dispiacersi». Ok, è un nome latino, pure un po' criptico, ma non stiamo troppo a sottilizzare.
Il quintetto è all'esordio assoluto e, anche se tutti i musicisti coinvolti hanno alle spalle una lunga gavetta nelle pieghe dell'underground belga, si può ben dire che quest'album eponimo sia tutto sommato la prima uscita di spessore in cui i Nostri si cimentano. Rigorosamente autoprodotto, possiamo dire subito che il disco è ben fatto e più che piacevole: un black-death metal caldo e avvolgente, che alle volte strizza l'occhio alle soluzioni più epiche messe in evidenza da gente come i Septicflesh, pur senza averne la benché minima pomposità, o i Behemoth, pur senza averne la benché minima velleità da rockstar.
Insomma, gente che cerca la formula magica dell'epicità sobria e non ci finisce nemmeno troppo lontana, probabilmente grazie a una provenienza geografica che mette al sicuro da un approccio eccessivo e scenografico. Questo senza lesinare su blast beat, cambi di tempo e di registro vocale (spuntano anche voci pulite e femminili qua e là).
Anche il concept riveste un ruolo di primo piano nel lavoro dei Nil Miserans: l'intero disco è il racconto della discesa nell'Ade di un fratricida e copre dal momento del suo crimine al confronto finale con il Dio dei Morti. Non vincerà mai un Oscar per la miglior sceneggiatura originale, ma è una storia godibile e molto diretta.
Certo, la mia puntigliosità non può fare a meno di sottolineare come l'utilizzo dei caratteri dell'alfabeto greco qua e là nel libretto finisca per rendere il tutto molto pacchiano, visto che la theta viene usata come «e», la delta come «a» e via di questo passo. Un'inezia, ma il corretto utilizzo delle fonti aiuterebbe a rendere più credibile un album che riesce a convincere per la propria compattezza e concretezza, tuttavia non ancora a lasciare il segno in profondità.
I Nil Miserans sono bravi soprattutto a gestire la propria vena epica in maniera così funzionale e discreta, dove tanti altri gruppi sbrodolano con immagini e soluzioni pacchiane. Ora li si aspetta alla prossima prova per una crescita ulteriore e una personalità un po' più spiccata, che non tarderà ad arrivare una volta presa piena coscienza dei propri mezzi. Buona la prima.