NOFUCK – Walls Of Flesh
Gruppo: | Nofuck |
Titolo: | Walls Of Flesh |
Anno: | 2017 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | MurdHer Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
|
|
DURATA: | 40:40 |
Era da un po' che ormai mi rigiravo tra le mani "Walls Of Flesh", senza — per forza di cose — avere un momento per scriverne. Sfortunatamente per voi è finalmente arrivato il giorno in cui posso prendermi il tempo necessario per spendere due parole sul terzo disco dei Nofuck. Pubblicato qualche mese fa, a quasi un decennio di distanza dal precedente "Existenzminimum" e nell'anno del ventesimo anniversario della fondazione della formazione quasi-romana, l'album dimostra una maggiore maturità rispetto al predecessore, e questo va detto da subito.
Se in passato il sound della band era stato caratterizzato da un'impronta maggiormente ferruginosa e sferragliante legata alla macrosfera del Thrash-Death, oggigiorno questi giovanotti di Civitavecchia hanno messo maggiormente in risalto il secondo aspetto del genere; non mancano certo contaminazioni più moderne e più melodiche, come anche passaggi più massicci, accattivanti e decisamente djentili. L'apertura affidata all'eponima "Walls Of Flesh" lascia immediatamente intuire la violenza delle mazzate che i Nofuck gradirebbero vedere tra le fila del proprio pubblico in sede live, e posso assicurare che situazioni molto poco pacate si confanno più che adeguatamente alla proposta dei Nostri.
Il susseguirsi di brani meccanici ma mai troppo complessi, dotati di melodie non esagerate, rende l'ascolto liscio e scorrevole fino al blocco centrale della scaletta: qui troviamo la parte più solida della prova. Il trittico composto da "Soul To Forge", "Psychopig" e "Disseminate" è senz'altro ciò che ognuno di noi sperava sarebbe arrivato a questo punto: e arriva, madonna se arriva! Riffing brutale e tagliente, pulito eppure abbastanza incisivo da far venire voglia di slogare qualche mascella a cazzotti. Il growl di Stefano Poddesu (adesso sostituito dalla vecchia voce della band, Daniele "Ogre" Cristiano) si poggia con truce eleganza sulle violente sviolinate delle sei corde, e il risultato finale è più che gradevole.
Ahimè c'è un però. La band non me ne vorrà a male, tuttavia se le prime sette tracce sono state a mio parere più che semplicemente consistenti (di certo abbastanza da far intuire con sicurezza un ricollocamento su coordinate più tendenti al Melodic Death che al Thrash più puro), devo rilevare che le ultime tre appaiono più incerte e meno decise. "Zombie Love" tanto quanto l'ironicamente intitolata "Hot Hell California" sembrano poco convinte, ciò nonostante si attestano ugualmente su un livello di sufficienza piuttosto soddisfacente. Di certo il momento più basso del disco viene toccato con "Time To Close", una specie di ballata (?) cantata un po' in pulito e un po' no… Ah, quanto mi dispiace che sia stata inserita in scaletta.
A conti fatti, insomma, si sarebbe potuto tranquillamente parlare di un disco superiore alla media per i Nofuck, se solo non fosse stato per qualche momento sul finale. Malgrado ciò, non me la sento di condannare l'intero album per una sola traccia fuori posto: "Walls Of Flesh" è un disco che dimostra i progressi fatti dal quintetto nel corso di queste due decadi. I passi in avanti ci sono e le qualità pure: dateci dentro, signori, continuate così!