NOWEN – Essence Of Fear
Una tiratina d'orecchi, già ogni tanto ci vuole, è questo che ho pensato dopo l'ascolto di "Essence Of Fear" dei Nowen. I finnici li avevamo incrociati nel 2010 con il debutto "Nothing But Hate", disco che con il suo death-thrash era riuscito nell'allietarmi. Sono trascorsi due anni ed è arrivato momento di dargli seguito, ecco quindi il secondo capitolo che mantenendo viva la formula del fottiamocene delle mode fa svolgere i suoi quasi cinquanta minuti all'insegna del colpiamo duro e facciamolo senza rimorsi.
Non ho detto che abbiano perso gl'intarsi melodici presenti nel recente passato, così come il riffing a cura di Markus Taipale e Mikko Lappalainen, quest'ultimo ancora una volta adeguato anche nel suo compito di cantante, è rimasto cattivo, incisivo, i due infatti sono anche in grado di apportare adrenalina con le incursioni solistiche a tracce che pestano dannatamente e nelle quali i blast beat inseriti da Ville Vehviläinen risultano essere efficaci quanto il puntuale l'accompagnamento di basso a cura di Jarno Nurmi.
In scaletta vi sono pure quelle due o tre canzoni che decisamente alzano la testa facendo sì che si oltrepassi il muro della più canonica delle sufficienze ("Crown Of Fallacy", "Acts Of Deceit" e "Essence Of Fear") e strumentalmente parlando la prestazione è praticamente impeccabile, non c'è nulla legato agli standard del genere che possa portare a recriminazioni dirette nei confronti di "Essence Of Fear" ed è purtroppo proprio questo il pregio, l'inghippo del disco.
Nelle orecchie, a parte il numero di déjà vu inevitabili e in fin dei conti bypassabili — è voluta e incondizionatamente oltranzista la scelta dei Nowen di porsi in maniera spontanea e retrò — quello che fa strano è notare che nelle strutture dei pezzi vi sia uno schema alle volte sin troppo prevedibile ("Deadly Force"), ora non so se questo si possa definire gioco-forza un male e sia stato dettato da un'affrettata voglia di rimettersi in campo e non posso negare che l'album scorra con alti e bassi sì, evitando però d'avere intoppi e cadute di stile che ne arrestino letalmente la marcia, rimango comunque un tantino perplesso.
La produzione è stata elaborata accuratamente e anche tale aspetto pone l'accento positivo sulle qualità naturali del death-thrash d'assalto della band, rimarcando allo stesso tempo quei piccoli difettucci che rendono "Essence Of Fear" un lavoro discreto, ma privo di longevità nello stereo se non per chi è accanito sostenitore delle sonorità in questione.
Il problema non è sicuramente del sottoscritto che va letteralmente a nozze con uscite del genere, quelle che alle volte con semplicità spezzano la monotonia, servono a farti scapocciare e sbattere da un muro all'altro della stanza solo per puro divertimento e da un certo punto di vista credo sia sempre una fortuna averne di formazioni che tiran fuori dischi così. A coloro invece ai quali non bastasse godere di esplosive ripartenze e un approccio fottutamente schietto, consiglio comunque di farlo girare nel lettore e valutare al meglio la situazione dopo un paio di sessioni d'ascolto. In entrambi i casi, ragazzi, i Nowen son tornati e quando è la passione a guidarti con risultati simili c'è di che essere contenti. Però cari Nowen, l'artwork? Cos'è? E soprattutto perché?…