NUIT D’ENCRE – De L’Autre Côté
Nuit D’Encre, notte d’inchiostro, è il nome dietro il quale si nasconde un singolo musicista, Franswa Felt. Il progetto parigino approda con De L’Autre Côte (Dall’Altra Parte) all’importante traguardo del secondo disco in studio, a soli due anni dal precedente Sans Maux Dire…, e dimostra di aver trovato una certa stabilità in un atmospheric doom-sludge strumentale piuttosto melodico e — bisogna dirlo — ben poco prevedibile per via della sua intrinseca varietà e delle varie influenze che lo permeano.
Tra la prima e l’ultima traccia succedono così tante cose e si accavallano talmente tante sonorità che a momenti non sembra nemmeno di aver ascoltato lo stesso disco. Ad esempio, il primo elemento che salta all’orecchio è che l’iniziale “Mille Lieux Hostiles” più che un pezzo sludge sembra qualcosa a metà tra metalcore e djent per via degli effetti scelti per le chitarre. Gli stessi suoni li troviamo anche nella title track e, pur non cozzando affatto con la lentezza della sezione ritmica, rimango un po’ sorpresa aspettandomi roba leggermente diversa.
Andando avanti con l’ascolto, notiamo che in effetti De L’Autre Côte si spinge verso quelle atmosfere che si propone di toccare, e già con “L’Être Morte” lo sludge e il doom emergono inequivocabilmente. Nell’ultima parte del disco aumentano invece le venature post-rock / shoegaze, tanto che i due brani conclusivi, “Faim D’Un Rêve” e “Incertain Jour”, di sludge hanno ben poco, preferendo arpeggi di chitarra che strizzano palesemente l’occhio al prog, il primo, e melodie dolcissime, il secondo. Si arriva così alla fine del disco con la sensazione di averne ascoltati almeno un paio.
De L’Autre Côte, pur densissimo di validi contenuti, non è un lavoro che definirei maturo, poiché sembra che Nuit D’Encre stia ancora cercando la propria strada. Sicuramente le idee in tavola sono tante e tutte sviluppate come si deve, ci mancherebbe, e non è mia intenzione suggerire a Franswa di scegliere una sola influenza musicale tra quelle trattate: semplicemente, se anche nei dischi a venire vorrà mantenere questa anima sfaccettata, consiglio di cercare un equilibrio diverso per esprimerla. Per ora, De L’Autre Côte ha senza dubbio catturato la mia attenzione e spero che il progetto francese guadagni una visibilità maggiore con questa nuova uscita.