Obscurity - Skogarmaors | Aristocrazia Webzine

OBSCURITY – Skogarmaors

Gruppo: Obscurity
Titolo: Skogarmaors
Anno: 2021
Provenienza: Germania
Etichetta: Trollzorn Records
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TRACKLIST

  1. Wodanaz Kriger
  2. Niedertracht
  3. Ethnogenese
  4. Konstantinopel
  5. Geist Von Neuenberge
  6. Skogarmaors
  7. Glod En Isa
  8. Blot
  9. Legion
  10. Bergische Löwen Pt.2
  11. DiesAter
  12. Schwertmission
  13. Valkyria
DURATA: 56:05

Non lo sapevo, ma potevo aspettarmelo: Obscurity è un nome molto comune per le band legate alla musica estrema. Solo in Germania ce ne sono (state) almeno quattro, stando ai numeri che riporta Metal Archives. Quelli che interessano a noi non sono l’ex progetto thrash del batterista degli Haggard né le due formazioni death metal di Kirchhain e Lübbenau, che pare non siano sopravvissute all’avvento del nuovo millennio, bensì il quintetto di Velbert, nella Renania Settentrionale-Vestfalia. I Nostri sono uno dei nomi storici del roster di Trollzorn Records, con la quale collaborano dall’uscita di Várar (2009), ed è sempre sotto l’egida dell’etichetta tedesca che tornano a pubblicare il loro nono album.

A differenza di Obscurity, Skogarmaors è tutt’altro che un nome già sentito. La band capitanata da Agalaz, parte della formazione sin dalla nascita del progetto nei Novanta prima come chitarrista e poi come cantante, ha integrato i suoi due nuovi membri dopo quello che, ad oggi, è stato il silenzio più lungo della band. Skogarmaors arriva quattro anni dopo Streitmacht ed è il miglior biglietto da visita che la band potesse metterci tra le mani post-pandemia, senza nessunissimo dubbio.

Una scaletta nutritissima per 56 minuti di death metal muscolare e variegato, annerito non solo lungo i bordi ma anche nel profondo. Un mix, quello degli Obscurity, che quindi resta saldamente ancorato su un certo tipo di estremismi, pur consentendosi di variare quanto basta per non indurre al suicidio l’ascoltatore per la monotonia. Insomma, diciamocelo, il rischio esiste sempre; per fortuna, però, a scongiurarlo arrivano pezzi come “Glod En Isa” e “Blot”. Quel filino di cafoneria è evidentemente presente nell’animo del quintetto, un po’ come è connaturato negli Amon Amarth, ed è proprio nella formazione svedese che i teutonici hanno il loro riferimento. Distorsioni belle spesse, alternanza di ritmiche incalzanti e momenti meno frenetici, growl massiccio e a tratti un po’ cavernoso, ma soprattutto melodie über alles: questa è la formula usata da Agalaz & co. nella realizzazione delle tredici tracce dell’album.

Lungi da me tentare di spacciare Skogarmaors come il disco della vita, ma — per l’ennesima volta — siamo davanti a una prova bella e divertente, che regalerà qualche gioia ai fan del melodic death. Gli scettici non cambieranno idea sul genere ascoltando gli Obscurity, ma vista la qualità di questa produzione firmata Trollzorn è possibile che anche loro cedano un minimo allo scapoccio.