OHNE NOMEN – The S-Witch
Certi gruppi attraversano mutazioni anche radicali nello stile e nella sostanza mantenendo lo stesso monicker, agli antipodi troviamo invece i parmigiani Ohne Nomen che giungono al secondo album dopo il debutto Night Flower del 2021 in seguito a una lunga carriera come Marlat. Le due menti e anime dietro la vecchia incarnazione, Fra (voce e synth, anche come ospite di Spectra Paris) e Filippo (che ritroviamo nei Iamnoone, sempre in ambito elettronco), hanno mantenuto il cognome in memoria del vecchio gruppo ma hanno deciso di ripartire da zero per meglio accogliere un nuovo corso artistico.
Se i Marlat navigavano in ambito gothic veleggiando tra metal, rock e un po’ di elettronica, Ohne Nomen è una proposta puramente elettronica, che parte da una solida base musicale EBM e la filtra attraverso una sensibilità darkwave del secolo scorso e una spiccata predilezione per le sonorità anni ’80 che fa pensare a volte a certi Depeche Mode e altre alla synthwave meno adrenalinica e più lounge.
The S-Witch non si discosta più di tanto dal già citato album di debutto, la produzione — fatta completamente in proprio — segna un netto miglioramento offrendo un sound pulito, compresso al punto giusto e già pronto per il dance floor, con la voce di Fra che esce più nettamente e — come in tanti lenti synthwave — resta sopra alla trama musicale. Le undici tracce (tutte tra i tre e i cinque minuti di durata) mantengono più o meno lo stesso approccio semplice e ballabile, senza digressioni, mini-suite o rallentamenti.
Un punto di forza degli Ohne Nomen già visto anche al debutto è la cura dedicata ai testi. Mentre tanta elettronica si limita a parti cantate piuttosto superficiali, o resta del tutto strumentale, gli ex-Marlat considerano le liriche un aspetto fondamentale della loro proposta. The S-Witch offre spunti interessanti figli del loro lato darkwave e tocca i topos dei sottogeneri già citati: freddi paesaggi privi di vita (“Crystal World”), spleen da esorcizzare attraverso la musica (“Darkness”), il piacere effimero ma totalizzante dell’immersione sonora (“My Body Is Moving”). Un aspetto particolare degli Ohne Nomen è la passione per l’occulto e la stregoneria, al punto da definirsi «witch-wave» per riassumere la propria visione artistica; “Thelema” in questo caso ne è un esempio lampante.
Ascoltando The S-Witch si ha la sensazione di assistere a una sfilata di immagini commentate dalla voce, a tratti ho avuto direttamente l’impressione di un catwalk di uno stilista dark. Inoltre la scelta di utilizzare testi precisi ma rarefatti lascia libera l’interpretazione al singolo ascoltatore. Un album compatto insomma, forse senza pretese di capolavoro ma sicuramente rifinito e cesellato nei dettagli, consigliato a chi cerca una versione più ballabile dei Diary Of Dreams così come a chi vuole qualcosa di particolarmente ricercato dal mondo EBM.