OLD FOREST – Dagian
Gruppo: | Old Forest |
Titolo: | Dagian |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Regno Unito |
Etichetta: | Avantgarde Music |
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TRACKLIST
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DURATA: | 48:20 |
Gli Old Forest mi erano del tutto sconosciuti, prima che arrivasse in redazione questo bel digipak. Scopro così che si tratta di una formazione inglese risalente addirittura alla fine degli anni ’90, ma che dopo un (non indimenticabile) debutto entrò in ibernazione fino alla fine degli anni zero: dal 2008 in avanti, una serie di ep ha riportato in attività la band, che si è poi decisa a registrare un altro lavoro completo dal nome None More Black (D.T.M. Productions, 2014) per approdare infine su Avantgarde.
Dagian è un buon disco che affonda le proprie radici, manco ci fosse bisogno di dirlo, nel black metal più naturalistico e contemplativo, tuttavia riletto come ci si aspetterebbe oltre la Manica, quindi in perenne down-tempo, con grande aplomb e addirittura spruzzate di voce pulita. Un po’ Empyrium, un po’ Primordial, ma la verità è che i Nostri sono Inglesi, quindi interpretano il sermone alla propria maniera, tanto che non è azzardato paragonarli a una versione non schizofrenica degli Ebonylake, che si permette addirittura un brano completamente strumentale e quasi dark ambient a conclusione della storia (“Neaht”). Storia perché l’idea alla base del lavoro, che nella sua semplicità è a tutti gli effetti un concept, è il «racconto del ciclo del giorno visto dalle foreste anglosassoni, intoccate e scarsamente popolate». Ed ecco che si spiegano i termini antichi, “Morwen” («mattino»), “Non” («la nona ora», ossia il pomeriggio), “Tweoneleoht” («crepuscolo»), “Neaht («notte») e “Dagian”, che dà il titolo e quindi inizio al tutto, che non poteva che essere l’alba.
In conclusione, una menzione di plauso per i quattro splendidi dipinti che illustrano i quattro diversi momenti del giorno, dall’alba al crepuscolo (lasciando inspiegabilmente esclusa la notte) realizzati da Richard Smythe e impaginati dal sempre più attivo Tryfar. Dagian, insomma, è un’interessante deviazione dai sentieri più battuti, che vi porterà non nell’inflazionata Scandinavia, né nel trendy nordovest statunitense, ma negli antichi boschi d’Albione.