OLD LEGEND – Castle Of Perdition
Gruppo: | Old Legend |
Titolo: | Castle Of Perdition |
Anno: | 2009 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: |
Non Disponibili |
TRACKLIST
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DURATA: | 43:22 |
Parlare ogni tanto della propria terra in termini positivi non fa mai male, avere fra le mani un disco di una realtà siciliana quindi non può che essere un piacere. Leggendo la biografia degli Old Legend come sempre mi sono scontrato con i soliti problemi che affliggono la scena, cambi di formazione continui, instabilità, insicurezza di portare avanti un progetto, penserete: embè nulla di nuovo.
In effetti è questo il problema, la tendenza a sbattere sempre contro gli stessi muri che vedono morire molti gruppi, anche validi, senza che ne nascano gli eventuali sostituti, aspetto che altre nazioni dovrebbero trasmettere al DNA metal italiano che vive troppo spesso di tutto fuorché di una genuina e collante unione o di un supporto tale da permettere a chi si cimenta almeno di ricevere il minimo sindacale oltre a un fottutissimo grazie, che non sempre arriva, per una serata.
Dopo aver inciso un demo nel 2006 è l'anno 2009 che consacra i ragazzi provenienti dalla provincia palermitana con l'uscita autoprodotta dell'album di debutto "Castle Of Perdition". Quando si hanno volontà e impegno riversate correttamente in un'unica direzione è facile poi che il risultato sia di buon livello, è questo traspare già dal primo ascolto, si nota infatti la cura con cui è stato registrato e prodotto, gli strumenti si odono tutti con facilità, le linee vocali sono discretamente impostate ed eseguite con la dovuta violenza dalla cantante Francesca "Niurck" che non fa rimpiangere i colleghi d'altro sesso.
È un death/black ferale, ma che non disdegna la melodia, nulla d'innovativo sia chiaro, le influenze sono spiccatamente evidenti e vanno dalla lande norvegesi dei Mayhem a quelle svedesi dei Dissection, guardando decisamente oltreoceano quando la parte devota al death prende largo includendo nel suono Morbid Angel e Death dell'era di mezzo.
Se il citazionismo è ormai di norma, solo il modo di porsi nello sfrontato e arrembante assalto ritmico frequentemente libero di esaltarsi in parti unicamente strumentali non basta. C'è infatti da dire che il quadro disegnato, pur essendo ben fatto, ha effetti davvero incisivi e accattivanti esclusivamente in episodi ben precisi, parlo della traccia eponima "Castle Of Perdition", la successiva "Drammatic Poem", "Persevering 'Till Death" e "Wrath". Le quattro canzoni citate raccolgono le qualità migliori per quanto riguarda il songwriting, l'esposizione e la combinazione delle due influenze vanno di volta in volta alternandosi e marcando il territorio su cui si muovono.
Neo neanche troppo grande è ancora un'amalgama che non si mantiene costante nel rapportare i vari flussi sonori e cambi di atmosfera imposti ai pezzi, la tendenza che li porta a intervallare le canzoni con fraseggi gelidi e prorompenti o melodici e decisamente più inclini al richiamo atmosferico, rischiano, e a volte capita, di creare una sorta di confusione che impedisce alle dinamiche compositive di fluire come potrebbero, diminuendo la tensione d'acchiappo, nulla di preoccupante, tuttavia è un aspetto che va sicuramente tenuto in considerazione se si vuol compiere un ulteriore salto di qualità.
Gli Old Legend sono sulla buona strada, hanno messo in chiaro di sapere come vogliono suonare, non resta da fare che delineare la loro proposta. Sperando di vederli live in zona e augurando loro un grosso in bocca al lupo per il futuro, in attesa di nuovo materiale vi consiglio vivamente, se ancora non l'aveste fatto, l'ascolto di "Castle Of Perdition". Si sa che chi ben cominicia è sempre a metà dell'opera.