On Thorns I Lay - On Thorns I Lay | Aristocrazia Webzine

ON THORNS I LAY – On Thorns I Lay

Gruppo: On Thorns I Lay
Titolo: On Thorns I Lay
Anno: 2023
Provenienza: Grecia
Etichetta: Season Of Mist
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TRACKLIST

  1. Fallen From Grace
  2. Newborn Skies
  3. Crestfallen
  4. Among The Wolves
  5. Raise Empires
  6. Thorns Of Fire
DURATA: 43:14

Avete presente il Dracula girato da Francis Ford Coppola? A un certo punto del film si assiste a una scena conturbante, all’interno della quale il povero Jonathan Harker, prigioniero nel castello del Conte, viene assalito dalle consorti vampiresche di quest’ultimo, animate da tutto fuorché da buone intenzioni. Ecco, se ci fate caso quella scena è accompagnata da una colonna sonora tra l’esotico e il cupo che risulta soffocante e attraente allo stesso tempo. Questa sensazione si ritrova agevolmente nelle prime note di “Fallen From Grace”, brano introduttivo del nuovo e decimo album degli On Thorns I Lay, che questa volta sembrano non aver investito troppe energie nella scelta di un titolo, optando per un semplice… On Thorns I Lay.

Sono passati tre anni dal lamento funebre Threnos, ma la voglia di tristezza a palate non è affatto andata a scemare: anche On Thorns I Lay è un tripudio di death-doom che ci riporta ad altri tempi e ad atmosfere care a chi ama Draconian, Swallow The Sun, My Dying Bride e così via. Rispetto all’opera precedente, gli On Thorns I Lay sono entrati a far parte del nutrito roster della Season Of Mist, che rappresenta una garanzia per gli amanti del doom. In secondo luogo, la band ha subito un lieve cambio di formazione, con l’ingresso del bassista Kostas Mexis, già negli Aetherian.

Ascoltando On Thorns I Lay, ho avuto l’impressione di camminare per i viali di un cimitero disseminato di tombe maestose, con statue che richiamano quella che si trova sulla copertina dell’album. Ogni brano potrebbe benissimo tessere la storia della persona che riposa in quel sepolcro, in una specie di Antologia Di Spoon River dove a fare da narratore ci sono riff pesantissimi e al tempo stesso accattivanti, il collaudato growl funereo di Peter Miliadis e tutto l’impianto sonoro mortifero di cui gli On Thorns I Lay sono dei fieri testimoni. Non mancano inoltre alcune melodie folk che contribuiscono a rendere i pezzi più scorrevoli, senza tuttavia sacrificare l’atmosfera tombale che fa sempre piacere ritrovare soprattutto in questo periodo dell’anno.

Sono debitrice a On Thorns I Lay per una ragione principale: mi ha smossa da un periodo di stasi musicale in cui la colonna sonora della serie coreana Mask Girl aveva — purtroppo — soppiantato i miei soliti ascolti. Già solo per questo oserei dire che merita una opportunità: se ciò non dovesse bastare, vale la pena sottolineare ulteriormente la capacità di questo disco nell’evocare scenari tombali secondo la migliore tradizione gothic di qualche anno fa. Suona abbastanza convincente?