Ondfødt: DNA finnico 100% black metal

ONDFØDT – Dödsrikets Kallelse

Gruppo: Ondfødt
Titolo: Dödsrikets Kallelse
Anno: 2019
Provenienza: Finlandia
Etichetta: Immortal Frost Productions
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TRACKLIST

  1. Intro
  2. Den Sanna
  3. Fri Från Slaveri
  4. Tidin E Komi
  5. No Ere Jo Satan
  6. Nerdreji I Mörkri
  7. Den Sista Färden
  8. Födömd I Evihejt
  9. Midnatt
  10. Dödens Dröm
  11. Kun Minä Kuolen [cover Hämys]
DURATA: 35:40

Dödsrikets Kallelse, secondo album dei finlandesi Ondfødt, è la prima pubblicazione del 2019 per l’etichetta belga Immortal Frost Productions, da sempre specializzata nello scandagliare l’underground black metal internazionale. Owe Inborr (voce, batteria, basso e unico compositore di musica e testi) e soci (i chitarristi Juuso Englund e Philip Kerbs) erano già stati accolti col favore di Istrice nel 2014, ai tempi dell’album di debutto Hexkonst, e ora la nuova opera si muove nello stesso solco stilistico.

Il trio rivendica l’appartenenza alla filosofia old school, tuttavia tale matrice non gli impedisce di svariare fra atmosfere e umori differenti. Una porzione importante del DNA degli Ondfødt è asservita certamente al black-thrash strafottente e vigoroso, come evidente dai frangenti più incalzanti di “Den Sanna”, mentre la componente più efferata si scatena in blast beat fragorosi (“Tidin E Komi”). D’altra parte rispetto al disco precedente si nota un allontanamento dal versante più strettamente raw del genere, come dimostrano l’abbandono dello scream gracchiante e delirante in stile Burzum e i suoni meno grezzi, per quanto comunque abbastanza asciutti.

Sul versante opposto, l’amore per tempi medi, groove e un tocco rock è stato evidenziato sin dal singolo di presentazione dell’album, vale a dire “No Ere Jo Satan”, in cui è presente come ospite Vreth dei Finntroll. Non si tratta comunque di vero e proprio black’n’roll, se proprio vogliamo attenerci alle etichette più standard.

La terza componente che plasma il suono degli Ondfødt infine è connessa a una sensibilità più evocativa, maestosa (“Dödens Dröm”), quasi viking (“Midnatt”) e in generale fiera ed epica, instillata nell’ultima parte della scaletta; a eccezione della conclusiva “Kun Minä Kuolen”, cover dei connazionali Hämys, un brano che ricalca le orme degli iconici Horna.

Gli ultimi appunti riguardano la batteria, troppo essenziale e inquadrata nei propri limitati pattern, e il libretto di otto pagine, la cui idea ricalca quella di un antico tomo da poter aprire soltanto a patto di possederne la chiave. Tutti i testi dei brani sono in svedese, per cui mi limito a informarvi che il titolo del disco significa pressapoco la chiamata dell’oltretomba.

Alla luce — o forse sarebbe più appropriato dire all’oscurità — di quanto detto, i punti di forza di Dödsrikets Kallelse sono rappresentati da uno stile duttile e un approccio generale ora più maturo, per quanto totalmente tradizionale. D’altro canto, la natura mai monolitica degli Ondfødt rischia di collocarli in una sorta di limbo stilistico, troppo poco impetuosi per gli amanti del caos in musica, ma troppo dediti all’old school per i cultori del black metal moderno più raffinato. Per quanto mi riguarda, rimando ogni valutazione netta al prossimo e decisivo capitolo, per scoprire se la formazione finlandese riuscirà — ma soprattutto vorrà — collocarsi in una delle tante micro nicchie in cui è frammentato lo scenario underground.