ONDFØDT – Norden
Se dopo i primi due album vi sono rimasti dei dubbi circa la trveness degli Ondfødt, con Norden vi sarà tutto più chiaro, volenti o nolenti. Il collaudatissimo duo finlandese (ma di lingua svedese) Inborr-Englund mette a segno, infatti, la prova più glaciale e scandinava che si potesse immaginare, ad appena due anni dal buonissimo Dödsrikets Kallelse.
L’impianto black-thrash continua a essere l’asse portante su cui gli Ondfødt costruiscono la loro musica, ma stavolta c’è meno Finlandia e più Norvegia, soprattutto più Immortal. Il bellissimo dipinto firmato Ronarg (già leader dei belgi Antzaat, nonché chitarrista negli Ars Veneficium) e il titolo del disco sono due indizi che fanno una prova: i Nostri guardano alla penisola del male per eccellenza.
I due minuti imperiosi di “Höstdröm” (non lasciatevi ingannare dal titolo poetico sogno d’autunno) fungono da prologo per le sferzate gelide di “Höstfurstin”, vera e propria tempesta di vento che ti iberna la faccia. La voce collerica di Owe Inborr, il rifferama continuo e implacabile, la batteria che picchia come un martello sull’incudine: il black metal degli Øndfodt è da manuale, e non stanca pur rimanendo fedele alla tradizione più canonica. Basta prendere l’epica “Han Bor I Skuggona” o la successiva, bestiale “Gifti Från Tadjin” per avere un quadro completo dell’attitudine di questi finlandesi di brutte speranze. “Ti Dödas Viso” è un’altra bella palata di neve fresca dritta negli occhi, con le chitarre che giocano a scorticarti, mentre “Natten” potrebbe essere tranquillamente usata come esempio da manuale di tremolo picking.
“Norden” chiude infine il cerchio nella maniera più barbara e massiccia possibile, consegnandoci le chiavi di un regno in cui ghiaccio e oscurità ispirano ancora musicisti in grado di dare corpo al male primordiale. Gli Ondfødt non ne sbagliano una e, pur rimanendo fedelissimi agli usi e costumi del genere, cacciano un altro gioiellino di black metal nordico.