OSSARIO – Ossario
Gruppo: | Ossario |
Titolo: | Ossario |
Anno: | 2020 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Autoprodotto |
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TRACKLIST
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DURATA: | 15:10 |
In un periodo storico nel quale le relazioni sociali sono state completamente sconvolte da una pandemia che ha costretto la popolazione mondiale a rimettere in discussione praticamente ogni aspetto della propria esistenza, la solitudine e la frustrazione sono diventate parte della quotidianità, portando la fobia del contagio, la paura della malattia e l’ossessione della morte alla mercé di tutti. È proprio in questo contesto opprimente che due dei membri dei siciliani Malauriu, Anamnesi (mastermind dell’omonimo progetto nonché voce nei Progenie Terrestre Pura) e Schizoid, rispettivamente alla batteria e alle chitarre, decidono di reclutare un vocalist dal nome poco raccomandabile, tale Krost von Barbarie, e dare vita a un progetto per sfogare tutta la frustrazione e l’alienazione subite nel corso dei mesi.
Gli Ossario esordiscono con un EP eponimo della durata di quindici minuti: quattro tracce debitrici di quel periodo in cui il black metal era lontano dall’essere ciò che poi sarebbe diventato, in cui i riff, il tupa-tupa della batteria e l’approccio vocale erano ancora fortemente ancorati alla tradizione thrash metal, i testi blasfemi qualcosa di nuovo e scioccante, e soprattutto in cui i sottogeneri del metal estremo erano poco definiti e i confini tra di essi appena percettibili.
Ascoltando Ossario, mi è impossibile non pensare ai Bulldozer di The Day Of Wrath, specialmente per quanto riguarda l’atmosfera globale e la voce del cantante, molto simile a quella di A.C. Wild, mentre sul versante chitarristico l’approccio è decisamente più estremo, con un’integrazione perfetta di tremolo picking e powerchord. Il batterista Anamnesi spazia tra i classici blast beat ignoranti a sezioni ben più articolate in cui i pattern di doppia cassa la fanno da padroni, senza stonare né risultare troppo virtuoso, ma riuscendo a donare un ottimo contributo alla dinamica dei pezzi. Quest’ultima risulta un vero punto forte: per quanto breve sia l’EP, le variazioni di tempo non mancano, basti pensare alla seconda traccia, “Millennial Fears”, che inizia e si conclude con accordi lenti e cadenzati, per lasciare spazio al tupa-tupa più becero nella parte centrale.
La produzione, affidata ai Toxic Basement Studio, per quanto bilanci perfettamente gli strumenti e la voce, risulta a mio parere un po’ troppo pulita e moderna rispetto alla proposta musicale degli Ossario, costituendo forse l’unica nota leggermente fuori luogo dell’EP. Per il resto Ossario risulta estremamente gradevole, specie per chi apprezza il filone black-thrash, e si lascia ascoltare più e più volte senza stancare. Ottimo inizio, ora non ci resta che attendere il primo album.