OTTONE PESANTE – Ottone Pesante | Aristocrazia Webzine

OTTONE PESANTE – Ottone Pesante

 
Gruppo: Ottone Pesante
Titolo: Ottone Pesante
Anno: 2015
Provenienza: Italia
Etichetta: B.R.Ass / SoloMacello / Toomi Labs
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TRACKLIST

  1. Evil Anvil
  2. Blacksmith Surgery
  3. Blood Casting
  4. Grindstone
  5. Brassphemy
DURATA: 16:02
 

Per fare un tavolo ci vuole il legno. Per fare il legno ci vuole l'albero. Ok, e per fare il metallo? Da piccolo questa cosa non me l'hanno insegnata, crescendo ho poi imparato che servono almeno chitarra, basso e batteria. Ecco, se siete ancora fermi a questa idea di Metal, probabilmente vi siete persi qualcosa: tra chi fa a meno di qualcuno degli elementi citati e chi li sostituisce con altri come Botanist e Van Canto, le cose si sono evolute parecchio. Gli Ottone Pesante fanno parte dell'ultima categoria e il nome dovrebbe darvi una vaga idea della loro strumentazione.

Tromba, trombone e batteria. Nient'altro. Questo trio italiano debutta con un breve ep di poco più di un quarto d'ora nel quale diverse influenze derivanti principalmente dal Metal estremo e in parte dal Jazz più sperimentale vengono proposte sotto questa inusuale forma. L'aggressività senza fronzoli degli Slayer e quella più cervellotica dei Meshuggah si incontrano e si scontrano senza sosta; all'interno di questa folle collaborazione vengono trascinati inoltre elementi Black, Death, Thrash, Grind e chi più ne ha più ne metta. Tutto ciò senza dimenticare le indubbie qualità tecniche, sfruttate al massimo negli innumerevoli e repentini cambi di tempo e nelle ritmiche elaborate. «Heavy Brass Metal» non è una definizione errata, tutto sommato.

"Ottone Pesante" è una sfuriata in continua evoluzione, la ferocia frenetica della batteria è una caratteristica pressoché costante, seppur sotto diverse forme; e mentre le percussioni vengono abusate senza freni, i due ottoni tirano fuori note spesso palesemente ispirate ai generi sopra citati. L'assenza dei suoni distorti e incisivi di chitarra e basso si fa sentire, specialmente ai primi ascolti si ha l'impressione che manchi una certa profondità; in realtà il pesante cambio di strumentazione obbliga i musicisti a modificare il proprio modo di porsi verso questo genere e gli Ottone Pesante non hanno ignorato questo dettaglio. La band ha infatti donato maggiore enfasi al contributo della batteria, che in diverse occasioni si occupa di riempire i vuoti che tromba e trombone per forza di cose non avrebbero potuto colmare; notevole a tal proposito il lavoro sui tom e sui piatti, che riescono appunto a non lasciare buchi nei momenti meno spinti.

Tuttavia non è tutto oro… pardon, ottone quel che luccica: la sensazione è che un lavoro di maggiore durata sarebbe difficilmente sopportabile, poiché le variazioni nei cinque brani sono parecchie, eppure il suono dei due ottoni offre possibilità limitate e alla lunga rischia di diventare noioso. La scelta di non inserire una voce è probabilmente giusta, pertanto bisognerebbe trovare il modo di rendere questi due strumenti più efficaci; il rallentamento finale di "Evil Anvil" o gli influssi Free Jazz di "Blood Casting" sono due ottimi punti di partenza per gli sviluppi futuri.

Al di là di questo unico dubbio, gli Ottone Pesante sono sicuramente promossi. La natura balzana e quasi ironica del progetto non vi faccia venire in mente strane idee: il prodotto è di buona fattura ed è difficile non notare le capacità tecniche dei musicisti. Un esperimento divertente e interessante, ancor di più se suonato da tre folli fabbri, come potete ammirare nel video di "Grindstone".