OVERDOSE – 1991
Gruppo: | Overdose |
Titolo: | 1991 |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Vrec Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 38:55 |
Gli Overdose sono un tiro veneto composto da Matteo Nizzetto (voce e chitarra), Roberto Bonafini (basso) e Davide Moro (batteria), giunto al debutto con l'uscita di questo "1991". La loro proposta si muove all'interno di un territorio grunge-alternative discretamente ricco di influenze, la principale delle quali pare essere i Nirvana. La figura di Cobain viene difatti omaggiata già in copertina, che dalle informazioni in mio possesso sembra sia stata ricavata richiamando una locandina del periodo d'oro di Seattle, mentre la band è inequivocabilmente chiamata in causa sia dal titolo del disco — che non può non far pensare all'anno di pubblicazione dello storico "Nevermind" — sia dalla traccia posta in apertura "This Is My Shift", marchiata a ferro e fuoco da quel modo di suonare e interpretare la musica.
Impossibile negare che il disco in questione abbia un'attitudine novantiana spiccatissima e profondamente legata a quel mondo. Le scelte stilistiche in ambito compositivo e le tematiche di tipo introspettivo e sociale utilizzate per testi ne sono un'ulteriore conferma. Capita però di imbattersi in situazioni che mutano in parte lo scenario, offrendo atmosfere da punk-rock californiano vagamente similari a quelle dei primissimi Offspring in "Riding The Groove", imbastardendosi con un tocco di Metallica (quelli più heavy e commercialmente appetibili dell'eponima uscita, anch'essa rilasciata non a caso nel 1991) in "I Don't Remember Your Name" e nella malinconica ballata "The Endless Sleep", lasciando infine uno spiraglio per fluire al lato più alternativo e leggero con la buona rivisitazione di "Brimful Of Asha" dei Cornershop, brano edito nel 1997 e che in Italia ebbe un discreto successo anche in ambito discotecaro, grazie al remix di Mr. Norman Cook a.k.a. Fatboy Slim.
"1991" è un lavoro tutt'altro che monotono, ma alquanto conosciuto all'udito: aspetto che non dovrebbe ledere più di tanto alla prova degli Overdose che — tralasciando il cantato in growl esageratamente forzato e in alcuni frangenti disturbante — possiede una più che discreta fruibilità e un paio pezzi dal buon piglio. Da ascoltare.