OVERTORTURE – At The End The Dead Await
Gruppo: | Overtorture |
Titolo: | At The End The Dead Await |
Anno: | 2013 |
Provenienza: | Svezia |
Etichetta: | Apostasy Records |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 40:48 |
Suonare svedese per vocazione o per moda? Leggendo un nome sconosciuto come Overtorture il primo pensiero potrebbe ricondurre alla seconda opzione. L'ennesima band che si getta a capofitto nel revival provando a dire la sua, ma (e c'è il ma) i musicisti in formazione sono tutti personaggi che vivono nel panorama scandinavo death metal ormai da una vita e alcuni hanno militato, o lo fanno tuttora, in realtà quali Grave, Insision, Demonical e Coldworker.
Si parte quindi dal presupposto che le radici siano radicate, estremamente resistenti e sin dalle battute d'apertura del debutto "At The End The Dead Await" è chiaramente udibile che sia la scena di Stoccolma a farla da padrone con puntate lievi, tuttavia indovinate, di atmosfere e armonizzazioni in uso al tempo nella zona di Gothenburg.
La proposta del quintetto è solida come il granito, il più delle volte basata su riff semplici, però forniti di una buona dose d'efficacia, snocciolati da Magnus Martinsson (abile anche nell'inserire all'interno dei brani dei brevi e azzeccati assoli che stemperano lo svolgimento, rendendolo meno granitico) e Andreas Hemmander. Il lavoro svolto dalle due asce viene supportato con grinta dalla prestazione rocciosa e colma di groove dall'accoppiata ritmica che vede Joakim Antman al basso e Fredrik Widigs alla batteria, oltre che dall'intransigente e profonda prova dietro al microfono di Joel Fornbrant, tassello che si pone a mo' di ciliegina sulla torta.
Intransigente è proprio la parola adeguata a identificare l'intero operato della band, gli Overtorture infatti non si concedono un attimo di fuga dagli schemi rodatissimi del passato, presentando comunque una scaletta degna di inaugurare delle serie d'ascolto ripetute grazie a un quintetto di episodi composto da "Black Shroud Of Dementia", "Slaves To The Atom", "The Outer Limits", "The Strain" e "Suffer As One" che mantiene alto il livello del godimento. "At The End The Dead Await" è il classico disco per onnivori del genere, una di quelle uscite fatte apposta per chi è cresciuto con il pallino della Svezia death e ai quali non potrà che risultare piacevole all'orecchio.
È inutile attendersi il capolavoro epocale nel 2013, è doveroso invece pretendere quantomeno della buona musica e in questo gli Overtorture ci danno una mano. Buona la prima!