PANDEMONIUM – The Ancient Catatonia
I polacchi Pandemonium sono già stati ospiti della nostra 'zine nel recente passato, difatti colsi l'occasione di recensirli con il "Promo 2010" e l'album "Misanthropy" (2012). Il 2013 è anno di festeggiamenti per il quintetto di Lódz, dato che "The Ancient Catatonia", il primo capitolo della loro discografia, compie vent'anni di vita e l'etichetta connazionale Old Temple l'ha ristampato. Questa nuova edizione non snatura l'essenza vecchia scuola, bensì fornisce una produzione lievemente più levigata e chiara, ma senza esagerare; inoltre il libretto interno è stato arricchito con scansioni d'interviste rilasciate alle fanzine dell'epoca dall'allora quartetto composto da Paul (voce e chitarra), Jack (basso), Quack (chitarra) e dal prematuramente scomparso Peter (batteria).
Do quasi per scontato che gli appassionati della vecchia guardia conoscano il disco in questione, poiché si parla di un lavoro particolare rispetto a molti altri prodotti in quel periodo, più concentrato a farsi strada nella testa dell'ascoltatore sfruttando la malevolenza e l'oscurità delle atmosfere, in più di una circostanza condite da un fascino horror apprezzabilissimo che a menar le mani. Non è un caso che si potessero percepire l'influenza dei Celtic Frost più cupi e rimandi ai Samael che furono nel suono in uso al tempo. Il death lento e maligno scandito dai dieci pezzi che ne compongono la scaletta s'addentra in area doom acquisendo densità, cattiveria aggiuntiva e una sensazione d'ancestrale che penetra in ogni singola nota. La formazione mitteleuropea lavora ai fianchi sfoderando di tanto in tanto pregevoli aperture pulite e un paio di accelerazioni tese a movimentare l'andazzo ritmico, è difficile rimanere impassibili ascoltando degli ottimi brani quali sono "Memories", "Winter" e "Garden Of Twilight", tenendo inoltre conto del fatto che di cali e pezzi da saltare in quest'ora scarsa di musica non ne incontrerete.
L'opera di recupero curata dalla Old Temple si rivela essere al contempo sia un gradito dono per coloro i quali non ebbero la possibilità di acquistare "The Ancient Catatonia" all'uscita, perdendo anche il treno successivo offerto dalla sua seconda vita in cui era accoppiato con "Devilry", sia l'omaggio dovuto a una band che ha dato alla propria scena un apporto qualitativo maggiore rispetto a quanto si possa pensare e che una volta ritornata in attività ha dimostrato di non aver perso lo smalto in proprio possesso sfornando un altro piccolo gioiello nero. Nel caso poi la Polonia fosse la vostra terra preferita per ciò che riguarda il death e l'estremo in genere, non è plausibile che in collezione vi manchi una copia del suddetto disco, dovete farlo vostro.