PAOLO SIANI FT. NUOVA IDEA – The Leprechaun’s Pot Of Gold
Gruppo: | Paolo Siani ft. Nuova Idea |
Titolo: | The Leprechaun’s Pot Of Gold |
Anno: | 2019 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Black Widow Records |
Contatti: | non disponibili |
TRACKLIST
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DURATA: | 56:29 |
Seppur non leggendari quanto il leprecauno citato dal titolo del loro nuovo disco, Paolo Siani e i Nuova Idea hanno scritto pagine importanti nella storia del prog rock nostrano. Con un buon mezzo secolo di attività alle spalle e una discreta quantità di musica composta e suonata insieme, questi illustri signori riuniscono per la terza volta le loro forze in questa collaborazione, sempre sotto l’egida dell’immancabile Black Widow Records: The Leprechaun’s Pot Of Gold segue infatti Castles, Wings, Stories & Dreams e Faces With No Traces, datati rispettivamente 2010 e 2016. Ovviamente, non sarebbe nemmeno necessario dire che ci troviamo tra le mani un lavoro che trasuda qualità, esperienza e ispirazione.
Pur conservando un’impronta di genere tipica e inconfondibile, il disco nel suo insieme risulta vario e coinvolgente, confermando ancora una volta che sia Paolo Siani (in qualità di compositore principale e titolare del progetto) che i musicisti coinvolti (band e numerosi ospiti) non sono di certo dei novellini. Pezzi come “Standing Alone” (presente due volte in scaletta, registrata con due diversi cantanti) e “Lord Brummel” sono esempi perfetti di un equilibrato e splendido amalgama, il quale si muove a cavallo tra hard rock, blues e prog, richiamando gente come Pink Floyd, Deep Purple, King Crimson e, più in generale, tutto l’apparato musicale prog rock tipico degli anni Settanta; l’intero album esibisce inoltre con naturalezza un certo stampo tutto italico, tuttavia senza farne una caratteristica predominante. Il salto indietro nel tempo di cinquant’anni è piacevolmente evidente, ma altrettanto evidenti sono la qualità e l’esperienza di chi — di fatto — ha partecipato a rendere mitologica quell’epoca musicale: tastiere acide e atmosfere irreali, chitarre leggere ma avvolgenti, strutture sfaccettate eppure facilmente riconducibili a un’espressività matura che, nonostante l’inevitabile effetto nostalgico, è in grado di evolversi e adattarsi.
C’è tanto prog in questo lavoro, tuttavia c’è anche tanto altro: ad esempio, momenti più particolari (“The Leprechaun’s Pot Of Gold” e “Statue Of Wax”), dal taglio più sperimentale e pesantemente innestati di elettronica. Paolo Siani dimostra non solo di essere ancora in grado di ricreare un certo tipo di visione tipica del genere, ma anche di sentirsi a suo agio con espressioni più moderne e di saper quindi modellare a proprio piacimento la materia musicale. Siano le movenze evocative ed eclettiche (prog a tutto tondo, potremmo dire) degli interventi di sax e moog presenti in “Inflate Your Veins”, il fascino surreale del theremin in “Time To Play”, o ancora la delicatezza onirica di “Walking On The Limit”, l’intera opera risulta omogenea e coinvolgente. Come ciliegina sulla torta, in chiusura è stata posta una registrazione live di “We’re Going Wrong” (pezzo dei Cream del 1969), estrapolata da un programma radiofonico del 1971.
The Leprechaun’s Pot Of Gold è un disco tanto poliedrico quanto qualitativamente dotato (e datato), il quale riesce a non risultare anacronistico, pur conservando un attraente piglio retrospettivo e sprigionando tutto il calore vintage tipico delle produzioni dell’epoca. L’ascoltatore non può far altro che perdersi completamente in questo universo caleidoscopico e camaleontico che, nonostante il passare degli anni, continua a esercitare un’invincibile attrazione sugli appassionati. Viene quasi da pensare che forse il leprecauno sia proprio Paolo Siani e che i suoi dischi siano parte del contenuto di quella famigerata pentola d’oro.