Paradise Lost - Obsidian

PARADISE LOST – Obsidian

Gruppo: Paradise Lost
Titolo: Obsidian
Anno: 2020
Provenienza: Regno Unito
Etichetta: Nuclear Blast
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TRACKLIST

  1. Darker Thoughts
  2. Fall From Grace
  3. Ghosts
  4. The Devil Embraced
  5. Forsaken
  6. Serenity
  7. Ending Days
  8. Hope Dies Young
  9. Ravenghast
DURATA: 45:23

Non si può parlare della storia del gothic o del doom metal senza citare i Paradise Lost, una delle band che più hanno contribuito a definire il sound e l’iconografia di queste correnti tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90. Da allora, Holmes, Mackintosh e soci hanno esplorato i tanti rivoli scaturiti da quella sorgente, fino a sconfinare nel rock e fare più o meno qualunque cosa gli passasse per la mente. I loro anni su Century Media hanno segnato per molti versi un ritorno alle sonorità oscure, un percorso culminato nella mazzata death-doom Medusa, il primo lavoro su Nuclear Blast per la band di Halifax. Con Obsidian, i Paradise Lost hanno voluto fare qualcosa di diverso.

Se volete saperne di più sulle sensazioni di Nick Holmes e sui Paradise Lost in generale, vi rimando alla nostra intervista, ma è chiaro fin dalle prime note di “Darker Thoughts” che Obsidian è su altri binari rispetto a Medusa. Sebbene il singolo di lancio “Fall From Grace” potesse far pensare a un altro viaggio nell’area più doom del sound della band, ci troviamo davanti a un’opera che raccoglie al suo interno varie sensibilità. Questa sensazione viene confermata da “Ghosts”, a tutti gli effetti una rivisitazione in chiave Paradise Lost del classico sound gothic rock di metà anni ’80 (se state pensando ai Sisters Of Mercy, avete indovinato).

Obsidian mette in mostra molta della varietà che ha caratterizzato l’intera carriera del quintetto, una specie di compendio di ciò che i Paradise Lost hanno significato per un paio di sottogeneri del metal e non solo. Si fanno notare le solite, incredibili melodie intessute dalla chitarra di Mackintosh sulle trame della sezione ritmica (con un basso che, secondo la tradizione gothic rock, stavolta si prende più spazio del solito). Holmes, dopo aver riversato parecchio cantato sporco nelle sue recenti collaborazioni con i Bloodbath e nel disco precedente, mette qui in scena uno stile vocale più pulito, con una discreta varietà a seconda del pezzo.

Torna il gothic rock anche in “Forsaken”, mentre c’è qualcosa del classico gothic-doom targato Paradise Lost in brani come “Ending Days”, ma Obsidian si chiude in maniera inattesa con la mazzata doom “Ravenghast”. Anche stavolta, tra l’altro, i cinque sono riusciti a mettere in piedi un disco senza pezzi che superino i sei minuti, dimostrando di nuovo la grande capacità di sintesi e l’attenzione alla forma canzone che da sempre li contraddistingue rispetto ad altre band di questo stile.

In sostanza, dopo alcuni grandi nomi come My Dying Bride e Katatonia, il 2020 segna un altro importante ritorno per uno dei gruppi chiave della roba oscura che ci piace. Se siete in vena di scapocciare, piangere e — perché no — ballare, Obsidian dei Paradise Lost è il disco che fa per voi.