PÁRODOS – Demo
Gruppo: | Párodos |
Titolo: | Demo |
Anno: | 2016 |
Provenienza: | Italia |
Etichetta: | Autoprodotto |
Contatti: | |
TRACKLIST
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DURATA: | 28:10 |
Nell'arco del 2016 abbiamo assistito a un inequivocabile risveglio degli ambienti legati al metal estremo in Campania, dopo circa un decennio di nulla quasi assoluto (ricordo ancora alcuni degli ultimi eventi di un certo rilievo nel 2007 con lo S(H)ammer Metal Fest e il Route To Hell). La cosa più bella e forse inattesa è che, oltre a un ritorno degli eventi dal vivo di spessore, sta anche finalmente prendendo forma un'intrigante nuova ondata di progetti più o meno legati al mondo del metal estremo (genere che aveva storicamente faticato ad affermarsi in quest'area).
Proprio in occasione di uno degli eventi di cui sopra (la data dei Fleshgod Apocalypse a Pozzuoli, vicino Napoli), abbiamo avuto la possibilità di incrociare uno di questi nuovi gruppi: i Párodos. Nella formazione della band salernitana c'è anche una nostra vecchia conoscenza: il chitarrista F. Oudeis (che avevamo incontrato con la sua one man band Taur-Im-Duinath qualche mese fa); a completare il quintetto, G. Hybris (tastiere e sintetizzatori), M. (voce), G. Orion (basso) e G. Ephaistos (batteria e percussioni). Una cosa che mi ha colpito subito nel lavoro dei Párodos è la grande professionalità dimostrata sotto ogni punto di vista, anche in settori spesso visti come di contorno quali la grafica e la gestione dei contatti con gli ascoltatori tramite internet o di persona. Per dire, qui siamo di fronte a un demo tratto da una sessione dal vivo, ma sia la presentazione che la qualità audio sono a livelli che alcune band con più chilometraggio alle spalle vedono con il binocolo. Faccio un rapido cenno sul nome della band, che evidentemente strizza l'occhio al passato greco della regione e alla funzione se vogliamo intermedia che i parodoi ricoprivano nel teatro, uno spazio a metà tra la finzione scenica e il mondo esterno.
Parliamo della musica vera e propria: questo disco include un'introduzione strumentale e tre brani completi, per un totale di ventotto minuti circa. Passata l'intro di tastiera (ottimo lavoro di G.), eccoci catapultati nel mondo di "Space Omega", che già mette in evidenza le caratteristiche principali del mondo messo in scena dai Párodos: comparto vocale molto competente sia nelle parti pulite che in quelle in scream, coinvolgenti atmosfere ricamate ora dalle sezioni di tastiera, ora da quelle di chitarra, sfuriate black metal quando serve. La successiva "Heart Of Darkness" conferma l'impressione positiva avuta nel primo brano, e il fatto che abbiamo chiaramente a che fare con una band i cui riferimenti sono gli stili degli anni '00-'10, non quelli del secolo scorso.
Nel demo dei Párodos è possibile infatti sentire un po' di Alcest, un po' di Enslaved, un po' di Deafheaven, e ovviamente non solo. Il tutto è rivisitato attraverso il gusto del quintetto, che sembra infatti avere già le idee abbastanza chiare e una propria personalità, molto bello ad esempio l'italiano inserito in "Evocazione". I lavori sul primo album vero e proprio iniziano a dicembre 2016 a Roma al Kick Recording Studio (gente che ha lavorato con Hour Of Penance, Shores Of Null e Fleshgod Apocalypse per fare qualche nome), inutile dire che Aristocrazia Webzine seguirà con enorme interesse l'evoluzione di questo progetto.